Alessandro Baricco racconta la malattia da Fazio: «Ho passato l'estate in ospedale e pensavo “uscirò mai da tutto questo?”»

Lunedì 29 Gennaio 2024, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 14:20

La malattia

Sulla malattia e il rapporto con il proprio corpo: «Penso che io e “lui” abbiamo lavorato insieme tutta la vita, e lui dei due – inteso del mio corpo e della mia mente - è quello che è arrivato sempre un po’ prima sulle cose, spesso cercando di farmele capire. Quando sei giovane non senti niente di quello che viene dal corpo, impari poco a poco. Però alla fine penso che lui sia un pezzo di me che lavora e si muove armonicamente con gli altri pezzi. Non l’ho mai vissuto come una zavorra che mi è accaduto di portare in un viaggio assai più raffinato che avrei sognato e che volevo fare. Il mio corpo è il mio viaggio e anzi, se penso a quante cose nella vita è lui che le detta comincio a pensare davvero che il maestro è lui. Ci sono delle esperienze belle e brutte. Gli attacchi di panico: è una cosa del corpo geniale! Tu non stai bene al mondo, non vuoi dirtelo, non lo sai, non hai tempo di dirtelo, ci pensa il corpo. On, off, ti spegne, sei come morto ed è una cosa che ti accompagna tutta la vita. Si risolvono gli attacchi di panico, lo voglio dire a quelli che ce li hanno, però quelli che hanno avuto gli attacchi di panico sono un certo tipo di umani, e gli altri sono diversi. Anche nella parte positiva però, se si pensa a quante vite sono state segnate dal desiderio per un uomo, per una donna… in quel tipo di desiderio c’entra anche la mente, c’entra un certo istinto, una forma di spiritualità persino, però il corpo di quella danza lì sta sempre al centro, è lui che decide. Ti fionda intere parti di vita in una direzione. Quando mi è successa questa cosa ho pensato “lo sapevo, lo sapevo che prima o poi me l’avresti detto. Adesso vediamo di capirci”, siamo stati insieme e abbiamo vissuto dei momenti pazzeschi».

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