L'osservazione è stata condotta su pazienti tra la 14/a e la 39/a settimana di gestazione e affinché il feto percepisse con la massima intensità il suono, è stato ideato uno specifico dispositivo per trasmettere musica per via intravaginale: il Babypod, che emette onde sonore fino ad un massimo di 54 decibel, che è il livello di una normale conversazione. Il team Ha osservato attraverso ecografie la reazione del feto nell'ascoltare della musica classica (la Partita in la minore per flauto solo di Johann Sebastian Bach) emessa per via addominale e vaginale. In quest'ultimo caso, l'87% dei feti ha reagito con movimenti della testa e degli arti, della bocca e della lingua, gesti che cessavano quando smettevano di sentire la musica.
Inoltre, con la musica trasmessa per via vaginale, circa il 50% dei feti ha reagito con un movimento sorprendente, aprendo moltissimo le mascelle e tirando fuori completamente la lingua.
Sistemando, invece, delle cuffie che emettono musica con un volume medio di 98,6 decibel sull'addome della donna in attesa non sono stati osservati cambiamenti nelle espressioni facciali del feto. «Grazie all'invenzione di un dispositivo vaginale abbiamo dimostrato che i feti possono sentire dalla sedicesima settimana, quando misurano 11 centimetri, solo se il suono proviene direttamente dalla vagina - ha spiegato Lopez-Teijn -. I feti riescono a malapena a sentire il rumore che proviene dall'esterno. Quindi, possiamo dire che il mito di parlare alla pancia delle donne incinte è storia passata».
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