A dimostrare le capacità dell'apparecchio è stato un team intrnazionale di ricercatori capitanato da Tommaso Sanna del Policlinico Gemelli di Roma insieme a Vincenzo Di Lazzaro, attualmente al Campus Biomedico della Capitale.
Lo studio è pubblicato sul New England Journal of Medicine. Il microdispositivo, più piccolo di una pennetta usb, impiantato sottocute in anestesia locale, registra in continuo l'attività cardiaca e può essere “interrogato” direttamente dal paziente, attraverso un telecomando. Quest'ultimo ha una spia rossa che si accende in caso di aritmia avvertendo il paziente che può, così, recarsi tempestivamente in ospedale per ulteriori accertamenti. L'apaprecchio può anche trasmettere l'elettrocardiogramma allo specialista. Quest'ultimo può così intervenire con una terapia preventiva adeguata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA