Caterina e gli attacchi "animalisti": dai topi ai macachi tutti i successi in laboratorio

Caterina Simonsen
di Carla Massi
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Lunedì 30 Dicembre 2013, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 15:53
Gli animalisti, da luglio, ancora esultano. Gli scienziati continuano a firmare appelli perché venga fermata la nuova direttiva sulla sperimentazione animale approvata, dopo il dibattito su diversi emendamenti, da Camera e Senato. E’ stata approvata la delega al governo per il recepimento di direttive della Ue. Gli scienziati sperano in un ripensamento, puntano ad evitare una norma che, a loro avviso, «renderà praticamente impossibile fare ricerca biomedica in Italia».

La sperimentazione animale oggi è regolamentata da una direttiva Ue del 2010. Ora l’aggiornamento. Ma, invece di recepire il testo europeo così come era stato approvato, si è arrivati ad una legge che, secondo i camici bianchi, «vieta di fare ricerche indispensabili per contribuire alla crescita delle conoscenze scientifiche e trovare nuove cure e prevenzioni per malattie gravi». La comunità scientifica, dunque, protesta e chiede che venga applicata la normativa europea così come è, già sufficientemente severa. Senza appesantimenti restrittivi.

PESCI E RANE
Il 98% degli animali utilizzati nei laboratori sono roditori, insetti, pesci e rane. Esiste, infatti, il divieto per i randagi domestici come cani e gatti. Quelle foto che mostrano proprio cani e gatti sotto chirurgia, scrivono in una lettera-appello Elisabetta Dejana dell’Ifom e università di Milano e Gilberto Corbellini della Sapienza di Roma, risalgono ai primi del Novecento. Il nuovo testo vieta l’utilizzo di animali per gli xenotrapianti (trapianto di organi o cellule da una specie ad un’altra) e per le ricerche su sostanze d’abuso negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche. Eccezione per le facoltà di veterinaria e «l’alta formazione dei medici e dei veterinari» è scritto. Il sito Salvalasperimentazioneanimale apre con un manifesto in difesa della libertà di ricerca scientifica in Italia. I vari professori firmatari ricordano che limitare le ricerche con le cavie sulla droga «rende difficile lo sviluppo di farmacie e terapie adeguate incluse quelle rivolte alla sindrome di astinenza neonatale che colpisce i nati da madri tossicodipendenti per il cui trattamento la ricerca sta ottenendo ottimi risultati proprio grazie ai modelli animali». L’abolizione degli xenotrapianti potrebbe interferire e rallentare, secondo i ricercatori, lo sviluppo dei trattamenti antitumorali personalizzati.

ANTI-AIDS
A settembre l’ultimo risultato di una ricerca importante con animali. E’ stato messo a punto un vaccino contro il virus da immunodeficienza nei macachi. Uno studio pubblicato su “Nature” firmato da diversi gruppi di ricercatori statunitensi delle università di Beaverton, Maryland e Seattle: la vaccinazione contro il virus Siv, l’equivalente dell’Hiv per le scimmie, è in grado di controllare l’infezione anche dopo la sua diffusione nell’organismo dell’ospite, riportando la carica virale entro valori non rilevabili neppure con i metodi più raffinati.
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