L'talia è ancora il Paese dello sci. Cinquant’anni fa, le vittorie di Gustav Thoeni e degli altri atleti della Valanga Azzurra hanno portato nel vocabolario degli italiani parole come slalom, attacchi e sciolina.
Oggi lo sci è diventato più caro e la neve naturale è rara, ma con quella artificiale si scende bene lo stesso. Tra febbraio e marzo, ogni anno, decine di migliaia di italiani partono per la settimana bianca. Un momento di vacanza e di relax, certo, ma anche un impegno per il corpo e per la mente. «Si pensa allo sci come turismo, invece è uno sport impegnativo, complicato dal freddo, dalla visibilità, dalla quota che a volte raggiunge i 3000 metri», spiega Angelo Bellobono, maestro di sci con laurea in Scienze Motorie. La prima regola per evitare incidenti e infortuni sugli sci è (o dovrebbe essere) evidente. Prepararsi. Una volta, sci-club e palestre promuovevano la ginnastica presciistica, studiata per rafforzare i muscoli e migliorare la scioltezza.
GINNASTICA PRESCIISTICA PER I MUSCOLI
«Oggi i veri appassionati continuano a prepararsi in palestra. Ma i sedentari che sciano una settimana all’anno, che ne avrebbero più bisogno, non lo fanno. È un errore pericoloso», spiega il professor Francesco Bizzarri, docente di Ortopedia e Medicina dello Sport all’Università dell’Aquila.
SOLO DISCESE ADATTE ALLE PROPRIE CAPACITA'
«È fondamentale informarsi, scegliere le piste adatte alle proprie capacità. Invece molti sciatori prendono gli impianti a casaccio, e sono costretti a scendere su tracciati troppo difficili per loro», spiega il maestro Bellobono. Una volta calzati gli sci, indossato il casco e scelta la pista giusta, ci si deve comportare in modo corretto. L’Associazione Maestri di Sci Italiani (www.amsi.it) diffonde online e attraverso le scuole di sci un prezioso elenco di 12 regole per sciare in sicurezza.
TENERSI A DEBITA DISTANZA DAGLI ALTRI
La prima, che attraversa tutta le altre, è il rispetto per gli altri sciatori, per l’ambiente montano e per sé stessi. Seguono le regole su precedenze e sorpassi, che sembrano complicate ma in realtà sono ispirate al buonsenso. Si può passare uno sciatore a destra o a sinistra, in alto o in basso, ma sempre tenendosi a distanza, per non intralciarlo. Gli sciatori lenti devono rispettare i più abili lasciando lo spazio per un sorpasso tra la propria traiettoria e il margine della pista. Gli sci da carving, oggi diffusi in tutto il mondo, sono più larghi e più corti di quelli di Thoeni e compagni, consentono di andare più veloci, si usano con degli scarponi molto alti. «Non a caso, la patologia più diffusa legata agli incidenti sugli sci è quella dei traumi distorsivi, causati soprattutto da cadute», spiega l’ortopedico Francesco Bizzarri. «Seguono i traumi alla schiena, e per questo consiglio la conchiglia. In caso di scontro, o di una caduta in avanti, si possono registrare traumi facciali».
RALLENTARE AGLI INCROCI
Stupisce, consultando le statistiche degli incidenti sulle piste, trovare tra gli sciatori coinvolti molti giovani, che dovrebbero avere i riflessi più rapidi. La causa? Si sentono sicuri, sciano anche quando sono troppo stanchi per farlo, bevono spesso alcoolici (o superalcoolici) che riducono riflessi e prontezza. Molte delle 12 regole dell’AMSI riguardano le zone affollate e gli incroci delle piste, dove occorre rallentare e guardarsi intorno. Come nel traffico cittadino, uno sciatore ne può nascondere un altro, e può trattarsi di un principiante o di un bambino.
FERMARSI IN PUNTI VISIBILI
Se ci si deve fermare, lo si può fare solo a bordo pista, e in un punto ben visibile a chi arriva. Se si è coinvolti in un incidente, o se si è vicini quando accade, occorre fermarsi, chiamare i soccorsi e poi mettersi a disposizione. «Una volta i genitori italiani che portavano i figli a sciare erano iperprotettivi. Li seguivano sempre, li facevano vestire troppo. Oggi nel mio lavoro scopro spesso dei bambini con giacche o guanti troppo leggeri, devo trovare una soluzione di emergenza. Non va bene», conclude il maestro di sci Angelo Bellobono.
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