Salute mentale, più tutela per gli adolescenti a rischio

Salute mentale, più tutela per gli adolescenti a rischio
di Francesca Merzagora*
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:28

In materia di fondi dedicati alla salute mentale, l’Italia è il fanalino di coda: infatti, la spesa per la salute psichiatrica nel nostro paese non supera il 3 per cento, a dispetto dell’impegno di destinarne almeno il 5 per cento, come approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 2001.

I disturbi mentali rappresentano il 16 per cento del carico globale di malattie nella fascia 10-19 anni, con ansia e depressione che rappresentano il 40 per cento di tutte le diagnosi. Numerosi studi evidenziano che il 78 per cento dei bambini che ricevono una diagnosi di disturbo mentale durante l’infanzia, come quello dell’ansia, è a rischio per lo sviluppo di disturbi psicopatologici più gravi nelle fasi di vita successive. Questo vale anche per gli adolescenti con un disturbo mentale diagnosticato, i quali hanno un rischio sei volte superiore di ricevere una diagnosi di disturbo psichiatrico da giovani adulti. È necessario riconoscere precocemente i segni di disturbo mentale, attivare programmi di screening per il disturbo mentale in età evolutiva, assicurare una diagnosi accurata in tutte le fasce anagrafiche, pianificare interventi terapeutici ad hoc, elaborare un’appropriata strategia di prescrizione di farmaci, di continuità assistenziale e di presa in carico. Argomenti che abbiamo trattato durante il convegno “Dall’età evolutiva all’età adulta: transizione e tutela della salute mentale percorsi interdisciplinari e presa in carico” realizzato da Fondazione Onda e Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, in collaborazione con Regione Lombardia e il contributo non condizionante di Otsuka Italia. I neomaggiorenni si trovano a dover abbandonare il luogo di cura frequentato fino al compimento dei 18 anni, per poi trovarsi a carico del Servizio di Psichiatria, dove spesso incontrano un ambiente respingente non in grado di fornire loro un’assistenza adeguata, causando l’allontanamento degli assistiti se non addirittura l’interruzione della terapia, con il conseguente aggravamento del disturbo mentale.

Sono infatti oltre il 40 per cento i ragazzi bisognosi che si perdono in questa fase di transizione con conseguenze spesso disastrose, fra le quali l’abuso di sostanze psicoattive a scopo di auto cura, l’abbandono scolastico e la marginalizzazione. Gli adolescenti di oggi vivono un grande disagio. Se da un lato, è fondamentale che esprimano a gran voce questo disagio in modo tale che i genitori vengano informati e si possa, di conseguenza, intervenire tempestivamente, dall’altro si deve garantire che il servizio di presa in carico sia efficace, non dispersivo e non lasci indietro nessuno.

*Presidente Fondazione Onda

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