La forma più comune di cefalea primaria (ne soffre il 90% della popolazione) è quella di tipo “tensivo”. Dura da qualche ora a qualche giorno ed è provocata da una postura sbagliata (tipicamente con la testa china per molte ore su un libro o sulla tastiera del computer). Il dolore (il classico “cerchio alla testa”) si risolve con i comuni analgesici. Sul versante opposto come gravità è invece la cosiddetta “cefalea a grappolo”, caratterizzata da un dolore atroce in corrispondenza della zona oculare, lacrimazione, arrossamento degli occhi, congestione nasale. Ha una durata variabile da 10 minuti a 3 ore e gli attacchi hanno un andamento temporale “a grappoli”. Colpisce un individuo su mille ed è sei volte più frequente negli uomini che nelle donne. Può rispondere all’ossigenoterapia.
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L’emicrania interessa invece il 14% della popolazione ed è tre volte più frequente nelle donne. È una forma di cefalea molto intensa che in genere compare su un lato della testa; il dolore è di tipo pulsante e può accompagnarsi ad una ipersensibilità alla luce, ai rumori, agli odori e al tatto, oltre che a nausea e vomito. Un paziente su 4 presenta anche alterazioni della vista chiamate “aura”. La durata va da poche ore a qualche giorno. Può essere scatenata da vari fattori quali stress, perdita di sonno, digiuno, assunzione di alcol, variazioni ormonali.