Michela Andreozzi: «La signora Playstation o un'altra lei? L'amore vero non si distrae»

Perdonate il cinismo, ma un rapporto ha bisogno di cure e San Valentino non fa testo davvero

Michela Andreozzi: «La signora Playstation o un'altra lei? L'amore vero non si distrae»
di MICHELA ANDREOZZI
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 07:05

 

LA LETTERA

Cara Michela,

che pensi di San Valentino e della sua pioggia di cuori finti? Io non ho più un'idea, però direi che sono molto contenta della mia nuova situazione da Bridget Jones, lontana anni luce da questa festa nata per santificare il commercio. Ma l'anno scorso no, l'anno scorso ho ricevuto un mazzo di rose rosse e sono andata a cena fuori con il mio compagno. Insomma, ho celebrato secondo i canoni, ed è stata davvero una serata speciale. Una delle poche in cui non eravamo in tre: io, lui e l'“altra”. Ma non credere che l'altra sia una persona, è la PlayStation. Quasi ogni sera il mio compagno tornava a casa, e dopo essersi isolato con le cuffie passava almeno un'ora a giocare in rete con i suoi amici .... prima di cena, dopo cena, dipendeva dalle serate e dai tornei. E io? Davanti alla tv, a dire il vero come ora, a cercare un filmetto per passare la serata , ma l'anno scorso alzavo un po' di più il volume. Io non lo so se anche tu li conosci questi quasi quarantenni che sembrano quasi uomini e invece sono dei ragazzini pronti a urlare a squarciagola in collegamento con chissà chi, a volte, manco amici veri, per un passaggio del fantasma di Messi o per una sparatoria in una finta guerra. Va beh, i maschi hanno sempre fatto cose da maschi - il pallone, la lotta ... - ma insomma qui si esagera, uno comincia a convivere e già ti ritrovi poco dopo a fargli da madre e a dirgli abbassa il volume, molla il joystick, vieni a letto..... Una mia amica ha provato a giocare con il suo lui alla Play ma non è andata benissimo, finivano a parolacce. È stato il Covid a farla entrare in casa, con il lockdown, la data dell'ingresso della Play me la ricordo bene, ma quando e come siamo diventati così, quello davvero non lo saprei dire. Sono cominciate le liti, e dire che con lui pensavo di volere dei figli, poi ho cambiato idea: il bambino, un po' invecchiato, era di là sul divano e strillava, faceva i capricci, era di malumore se aveva perso, felice se aveva vinto, perché mentre diceva di allentare le tensioni, in realtà, ne alimentava altre. A San Valentino, no. A San Valentino l'anno scorso era tutto bellissimo: un po' tanto finto ma bellissimo. E' durata una sera la festa degli innamorati: solo lui ed io, una cena fatta con i tempi giusti, senza il continuo suono dei messaggi degli amici che lo esortavano a sbrigarsi per poter iniziare il gioco. Un giorno ho staccato la spina, nel vero senso, quella della Play. Lui si è imbufalito, io sono andata via, per fortuna prima da una mia amica, ora ho un affitto mio. Il prossimo tizio che mi piacerà non gli chiederò altro di dirmi se siamo soli, io e lui, o c'è anche l'altra.

Valentina, Caserta

LA RISPOSTA

Cara Valentina (nomen omen):

queste passioni tardive, dove un oggetto diventa più importante di tutto e di tutti, raccontano profili infantili ma anche umanità strette in routine sempre uguali e bisognose di evadere.

Non so se può consolarti, ma credo che la Playstation non abbia un vero target: piace ai bambini come agli over di ogni genere. Poi, ovviamente, ognuno ha i suoi guilty pleasures: io, per dire, ho una contenuta dipendenza dallo shopping on line e dai tutorial di skincare coreana. Eviterei però di dare al povero San Valentino anche la responsabilità dei bilanci sentimentali, come se fosse davvero la cartina di tornasole degli stati generali di un amore. E’ solo un appuntamento che si deve festeggiare, perché siamo tartassat* da ogni parte da cuori rossi che ci ricordano che è ora di celebrare l’ammore. E così anche quest’anno ci siamo commoss* per i messaggi copiati dai siti di poesia, abbiamo sorriso per i meme su whatsapp, ci siamo emozionat* sui social per i post di coppia, abbiamo stretto rose acquistate al volo all’angolo della strada, morso cioccolatini in svendita nei minimarket notturni, accarezzato peluche di poliestere con la scritta “my love”. Diciamocelo, al netto dei puristi, San Valentino è ormai una occasione facile, accessibile e a buon mercato per ricordarsi dell’altro. Perdonate il cinismo, so che in un’era bellicosa e arida come questa abbiamo bisogno d’amore. Ma vorrei ricordare che la festa che celebra i legami sin dalle sue origini è nata come una festa commerciale. Con tutto il rispetto per la santità, il martire Valentino di Terni assurse ai clamori della cronaca per avere donato a una pulzella poco abbiente una somma in denaro come come dote perché potesse sposarsi. E questo lo avrebbe trasformato nel protettore degli innamorati, ma già all’epoca di economie si parlava. Ecco, tu hai deciso di misurare lo stato di salute della tua storia in occasione di una festa che oggi è un po’ sintetica, come i peluche. Ma le relazioni hanno bisogno di cure costanti, e spesso sono disseminate di bandierine rosse (altro che cuori) che però ci ostiniamo a non vedere: per esempio, quando ci trasformiamo nel genitore di chi ci sta accanto. Quando accettiamo l’assenza, la distrazione, l’apatia. Quando pensiamo che le cose si aggiusteranno da sole. Tuttavia, se è vero che il Covid ha distrutto molte coppie, allo stesso tempo ha salvato molti individui da relazioni non sane. Per tornare a te, io credo che l’altra, se non fosse stata la signora Playstation, avrebbe avuto un altro nome. Tutto sommato, ti è andata bene. Pensa se fosse stata la tua migliore amica, una collega del suo ufficio, l’allieva di un marito professore: cose più complesse da elaborare e perdonare. Tutto sommato, puoi liquidare tra te e te il tuo compagno come un cretino innocuo, tranne che per se stesso. Sii fiera di aver continuato a cercare film da vedere. Se permetti, un titolo te suggerisco io, che ho mangiato pane e Bridget Jones, che molto ha ispirato la mia ultima commedia: si chiama “Pensati sexy”, è su Prime Video e puoi vederla in tv, spaparanzata sul divano che ora, immagino, avrai in esclusiva. Goditela e fammi sapere se ti abbiamo fatta sorridere.


Michela Andreozzi
Director, Screenwriter, Actor

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