Gli abitanti dell’Infernetto, un quartiere sulla Colombo laddove si respira già l’aria del mare di Ostia, sono arrabbiatissimi. Per non dirla in romanesco. Non gli si può dare torto. Il X Municipio, anziché mandare squadre di operai a ripianare le buche che hanno trasformato le strade in percorsi da cross professionale, ha sentenziato che la soluzione al problema è radicale: divieto di transito per lunghi tratti a bici e moto.
Capito? Siccome le strade sono piagate dalle voragini non riparate ecco che saranno i cittadini utenti a risolvere cercando deviazioni.
Il metodo è inaccettabile, offensivo, vagamente carognesco. Si rovescia sugli abitanti l’onere obbligatorio dell’amministrazione alla manutenzione. E’ la estremizzazione di un altro provvedimento-furbata: imporre a tutti i mezzi circolanti la velocità massima di trenta km all’ora, così che se si incontra una buca si minimizza il rischio di sfasciarsi sull’asfalto.
Una mappa di disagi che dall’Infernetto ci porta direttamente all’Inferno stradale. Le buche, per qualsiasi causa prodotte, alla cattiva gestione del manto stradale, rappresentano per la Capitale una delle macchie della vergogna, bisognose di una strategia radicale. Se passa l’idea che si possono chiudere le strade con le buche a Roma in breve tempo verrà riciclata una soluzione unica: lockdown a tempo indeterminato. Aspettando il Giubileo che, dicono speranzosi, tutti i guai si porta via.
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