Angela Prudenzi, 40 anni compiuti il 14 marzo, è morta così, uccisa dal figlio ventunenne e psicolabile, in un appartamento popolare, ben arredato e ben tenuto, di San Basilio, quartiere-simbolo della periferia romana, uno dei numerosi Bronx di casa nostra. Un omicidio compiuto con la freddezza e la violenza che solo una mente provata da sensi di abbandono, amarezze, ricoveri in cliniche psichiatriche, psicofarmaci e stupefacenti, poteva compiere.
E Antonio Prudenzi Pellegrino (il secondo cognome glielo ha dato un padre avvocato, mai incontrato, ma che lo riconobbe alla nascita di fronte all'anagrafe) sembra essere proprio questo: un ex bambino che stenta a crescere per la perenne paura che la mamma lo lasci, tormentato da travagli interiori, fughe liberatorie e fantasie di redenzione nei confronti di sua madre, molto carina, dai movimentati rapporti sentimentali, con una gran voglia di vivere, e vivere bene.