Roma, non paga il meccanico e lo minaccia: «Sono stato in cella con i Casamonica»

Un 36enne romano è a processo davanti al tribunale di Roma​ per estorsione

Non paga il meccanico e lo minaccia: «Sono stato in cella con i Casamonica»
di Erika Chilelli
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Domenica 11 Dicembre 2022, 08:33

Per non pagare le riparazioni della Mini Cooper ha minacciato di morte il meccanico, vantandosi di essere stato in cella con i Casamonica. Per questo un 36enne romano è a processo davanti al tribunale di Roma per estorsione. A settembre del 2018 ha lasciato la sua macchina in un'officina di San Basilio chiedendo la riparazione di alcune parti della Mini Cooper, poi, però, ci ha ripensato dando disposizione al titolare di non effettuare alcun intervento, ma di trattenere l'auto in deposito. Il meccanico, però, aveva già eseguito alcuni lavori di montaggio e riassemblaggio del veicolo. Passati diversi mesi, i primi di luglio del 2019, l'uomo si è recato nell'officina per ritirare la vettura, ma alla richiesta di pagamento avanzata dal proprietario, per aver trattenuto la macchina in deposito per quasi un anno, il 36enne è andato su tutte le furie: si è rifiutato di saldare il conto ed è andato via con sgommando.

Il meccanico, però, ha continuato a richiedere la cifra dovuta nei giorni successivi e, così, l'uomo ha iniziato a minacciarlo ripetutamente di morte per telefono millantando persino conoscenze negli ambienti della criminalità organizzata di stampo mafioso, in particolare con il clan sinti: «Mo so c.

tua, i soldi te li infilo in gola e ti ammazzo come un cane», gli avrebbe detto. E, ancora: «Ti ho cercato per tutta San Basilio per menarti, sono stato in cella con i Casamonica non mi fai paura ti vengo a cercare per tutta San Basilio e ti ammazzo!». Un comportamento assunto per «indurlo a desistere dall'agire per la riscossione del credito vantato in relazione al deposito e ai lavori», si legge nel capo d'imputazione.

Le minacce, però, non hanno avuto l'effetto sperato e il meccanico, invece di rinunciare a quanto dovuto poiché intimorito dalle presunte conoscenze del 36enne, ha deciso di denunciare l'accaduto alla stazione dei carabinieri di San Basilio. Così l'uomo, che ha già precedenti per reati di natura simile, è stato accusato di estorsione e rinviato a giudizio come richiesto dal pm Andrea Cusani, poiché avrebbe compiuto atti «diretti in modo non equivoco a procurarsi il relativo ingiusto profitto non riuscendo nel proprio intento per cause indipendenti dalla propria volontà». L'imputato dovrà, ora, difendersi in aula dove il processo a suo carico, per estorsione, è già in corso.

 

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