Roma, rissa choc: sfigurato con un vetro. Il 30enne trovato all’alba su via Togliatti in una pozza di sangue

L’uomo era sotto l’effetto di droga, ferito al volto con una bottiglia rotta

Quarticciolo, rissa choc: 30enne sfigurato con un vetro. L'uomo trovato all’alba su via Togliatti in una pozza di sangue
di Federica Pozzi
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Lunedì 29 Gennaio 2024, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 14:17

Riverso in terra con una profonda ferita al volto e al collo. Così è stato trovato da alcuni passanti, all’alba di ieri mattina in via Palmiro Togliatti, in zona Quarticciolo, un 30enne egiziano, irregolare sul territorio. Ma di chi lo abbia ridotto così nessuna traccia, nessuno infatti avrebbe visto quanto accaduto. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, chiamati dai residenti, e i carabinieri del Nucleo Radiomobile e Casilina. L’uomo è stato portato in codice rosso al Policlinico Casilino, dove è stato medicato e tenuto in osservazione fino al pomeriggio. Era sotto effetto di sostanze stupefacenti e non ha voluto rispondere alle domande dei militari che ora indagano per stabilire cosa sia accaduto. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, neanche quella secondo cui non voglia spiegare l’accaduto proprio per nascondere movimenti illeciti.

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IL RITROVAMENTO

Sono state diverse, intorno alle 6.30 di ieri mattina, le chiamate al 112 dei passanti che si sono trovati davanti agli occhi una scena raccapricciante.

Un uomo di 30 anni con un profondo taglio dalla guancia fino al collo - probabilmente causato da un frammento di bottiglia che per pochissimo non gli ha reciso l’arteria giugulare - riverso in terra in via Palmiro Togliatti, all’altezza del civico 966. Una ferita tanto profonda, quella nella parte destra del viso, da creare al 30enne anche problemi a parlare. I primi ad arrivare sul posto sono stati i sanitari del 118, i quali hanno poi avvisato i carabinieri. L’uomo è stato trasportato e ricoverato in codice rosso al Policlinico Casilino, non in pericolo di vita, e tenuto sotto osservazione fino al pomeriggio di ieri quando è stato dimesso con 15 giorni di prognosi. 

LE INDAGINI 

I carabinieri del Nucleo Radiomobile e della compagnia Casilina, che indagano sull’accaduto, hanno provato più volte ad ascoltare la vittima per cercare di capire cosa fosse successo e soprattutto chi lo avesse ridotto in quello stato, ma non ha mai voluto rispondere alle domande dei militari. Il 30enne di nazionalità egiziana è risultato positivo ai test di droga effettuati in ospedale ed è risultato essere privo di permesso di soggiorno. Non ha precedenti, ma sia l’orario che la zona in cui è stato trovato fanno pensare agli inquirenti che l’oggetto del contendere sia qualche illecito riconducibile allo spaccio di sostanze stupefacenti. Non sono stati forniti indizi neanche dai passanti che hanno soccorso l’uomo, tutti hanno dichiarato di essere arrivati sul posto dopo l’accaduto, quando era già riverso in terra. I militari passeranno ora al vaglio le telecamere della zona per cercare il responsabile, ammesso che sia solo uno. 

IL PRECEDENTE

Aveva invece spiegato agli agenti, anche se con un racconto non molto credibile, quanto accaduto lo scorso 7 gennaio, il 21enne trovato ferito, in una pozza di sangue, all’interno della sua vettura in via Lecce nei Marsi, in zona Fosso San Giuliano non lontano da Castelverde: era stato minacciato e aggredito da due persone. Ma il suo racconto è apparso molto confuso e particolarmente lacunoso, come a volere nascondere qualcosa. Il ragazzo, residente a Roma ma originario di Napoli, era riverso nella sua Fiat Panda, ferito da alcuni fendenti, almeno otto, inferti con tutta probabilità con dei cocci di bottiglia. Aveva tagli profondi, uno sulla schiena che per poco non gli ha perforato organi vitali. Ad attirare l’attenzione dei passanti era stato proprio lui, suonando il clacson. I medici del policlinico avevano indicato per lui una prognosi provvisoria di trenta giorni per le lesioni subite. Risulta incensurato, ma bisogna capire perché sia finito proprio alla periferia di Roma, oltre il Raccordo, in aperta campagna, nei pressi di un comprensorio di container e abitazioni basse dove abitano alcuni nomadi italiani. 

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