Roma, «E 'mo che hai sonato canta»: le (vere) battute dei romani in mezzo al traffico

C'è lo scontroso, l'indaffarato, quello sulle nuvole: ma tutti alla fine smorzano con una battuta.

Roma, «E 'mo che hai sonato canta»: le (vere) battute dei romani in mezzo al traffico
di Veronica Cursi
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Sabato 18 Marzo 2023, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 13:11

Nel 1944, sulla Casilina sorvegliata dai tedeschi, un grande cartello recitava perentorio: «Vietato suonare il clacson». Incredibile pensarlo oggi a Roma dove il clacson è la melodia che accompagna ogni giorno le nostre giornate in auto. Se non fai una partenza da Formula 1, piede fisso sull'acceleratore appena scatta il verde, i romani infatti attaccano a suonare e si lasciano (spesso) andare a imprecazioni.

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Le gag sentite per strada

C'è lo scontroso, l'indaffarato, quello sulle nuvole: ma tutti alla fine smorzano con una battuta. Resta celebre quella frase finita poi sugli stickers per le auto, (geniale idea di marketing): «E mo che hai sonato, canta». Ma di storie vere e gag da cabaret ne sono piene le strade. Come raccontano i social, dove i modi di dire alla romana sono un cult. Porta Maggiore. Scatta il verde. Al semaforo una macchina in prima fila non parte e uno da dietro: «Aho, c'avemo solo sti tre colori: che volemo fa'?». Sulla Boccea. Un tizio a bordo di una 156 si rivolge all'auto ferma al semaforo: «Aspettamo che se mette in moto l'asfarto pe' annassene?». Oppure su via Nomentana. Un signore anziano resta immobile allo scattare del verde e il ragazzo dietro esclama: «A nonno, guarda che più verde de così nun diventa!».

O ancora. Una Fiat Tipo è ferma al semaforo, dietro c’è una macchina con la musica a tutto volume. Scatta il verde e la Tipo non parte. Il semaforo ritorna rosso. Riscatta il verde. Il conducente dell'auto dietro, che ha una gran fretta di passare, abbassa la musica e grida a quello della Tipo: «Ahò, quanno esce er colore che te piace se n’annamo?». Della serie: in mezzo al traffico ci dobbiamo stare, almeno ci facciamo due risate.

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