@Ceskoz_
Cosa resterà di tutte queste barbe? Non sappiamo se tra un anno, tra cinque anni o tra dieci, ma di sicuro la moda hipster passerà. La moda – recita il famoso aforisma – è una forma di bruttezza talmente intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi: se è così allora abbiamo già abbondantemente superato la scadenza e prima o poi arriverà il momento in cui ci saremo stancati anche dello stile da naufrago, della tendenza-talebano.
E poi? Cosa succederà? A un certo punto, un po’ alla volta, i rasoi cominceranno a tagliare i pizzetti, a sfoltire le basette, e tutta la peluria accumulatasi in questa nostra epoca tanto villosa sparirà, non la vedremo più, nemmeno nei bar del Pigneto: torneranno in auge le facce glabre.
Come è sempre accaduto in questi casi, anche stavolta i primi a cambiare saranno i giovani, che per natura sentono il bisogno di distinguersi dai loro padri. I quali padri invece resteranno in maggioranza fedeli al gusto della loro generazione, e così il volto irsuto tornerà a essere un segno di vecchiaia, proprio come negli anni Novanta quando la barba faceva subito sessantottino demodé, o come nel Dopoguerra quando il pizzetto era una roba da fascista alla Italo Balbo.
Tutte le mode prima o poi passano, ma per fortuna le barbe sono accessori facilmente rimovibili dal corpo umano, bastano un paio di forbici e una lametta. Il guaio vero sono i tatuaggi.
pietro.piovani@ilmessaggero.it
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