«Si intitola “Gl'irripetibili”, scritto con l'apostrofo al posto della i, descrive alcune grandi figure del passato recente, perlopiù artisti, praticamente tutti romani o comunque protagonisti della vita romana, ci stanno Petrolini, Carmelo Bene, Rino Gaetano, Gabriella Ferri...» Alessio prosegue la sua recensione da baretto. «Certo, leggendo le loro storie, viene da chiedersi come mai oggi di questi talenti non ne nascano più. Non ci sono più geni, non ci sono più maestri e se ci pensi è un altro segno della decadenza di questa città, un po' come il cassonetto stracolmo di monnezza che sta qua fuori».
Un signore che ha ascoltato tutto, finisce il suo caffè e interviene: «Ma quale decadenza: ogni epoca ha i suoi grandi, ma per essere riconosciuti come tali devono aspettare la morte, devono aspettare il giudizio dei posteri. Rino Gaetano e la Ferri io me li ricordo da vivi, facevano canzonette, nessuno li considerava dei maestri». Alessio rimane in silenzio, fa mente locale, cerca di immaginare qualche contemporaneo che un giorno sarà osannato dai posteri, vorrebbe proporre qualche nome ma non se la sente. infine riprende la parola: «A proposito di geni, ma avete visto che gol ha fatto Dzeko?»
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