Quella «ricetta» segreta dei buttafuori

di Marco Pasqua
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Domenica 31 Agosto 2014, 22:47 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 14:37
Le persone che corrompono

i buttafuori per far entrare gente

nei locali esistono davvero,

non solo nei film o nelle fanfiction


@louishire

Più complessa della ricetta supersegreta di una delle bibite con le bollicine più famose al mondo o della crema alla nocciola made in Italy, impossibile da decifrare come la formula della felicità, è quella combinazione di fattori che spinge un buttafuori a decidere di non concedere l'ingresso in discoteca ad una persona piuttosto che ad un’altra.

Nell'estate della movida en plein air, con migliaia di romani e turisti inghiottiti dalla notte che aiuta a superare le fatiche del giorno, e risucchiati nelle piste house, pop, rock spuntate tra parchi e palazzi, un fiume di rabbia si riversa sulle pagine social delle discoteche romane. «Ma come: sono gay e non mi fanno entrare nella serata gay?», «davanti a me è entrato un ragazzo già ubriaco, io avevo bevuto solo un succo d'arancia», «sono 10 anni che frequento locali, e questa è la prima volta che mi viene detto 'tu non entri’». Stizziti, indignati, offesi. Scrivono commenti con sfoghi e insulti, minacce che variano dal legittimo «non verrò più da voi» allo strampalato «la prossima volta chiamo la polizia».

E i buttafuori? Non si scompongono, convinti di essere nel giusto, a prescindere. La formula è top secret, quindi non c'è ricorso che tenga. E quando chiedi loro se abbiano interiorizzato una classifica lombrosiana del tipo da tenere lontano dalle piste, non si sbottonano. «Non c'è una regola precisa, seguiamo il nostro istinto», ti dicono lapidari. E' allora che inizi a coltivare anche tu l'illusione di poter capire le persone guardandole negli occhi, il tempo di un «ciao».

marco.pasqua@ilmessaggero.it