All'Altare della Patria il re non è più Vittorio Emanuele: è il telefonino

All'Altare della Patria il re non è più Vittorio Emanuele: è il telefonino
di Pietro Piovani
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Giovedì 2 Marzo 2017, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 12:14
Il Colosseo, il Vittoriano e...
i selfie stick. Ecco le cose
buone della nostra vacanza
a Roma

@sarahMo3W

L’Altare della Patria, nato come grande monumento risorgimentale, divenuto nel Ventennio teatro di nerborute cerimonie fasciste, è stato poi per lungo tempo dimenticato dall’Italia repubblicana, uno spazio abbandonato, silenzioso e deserto. Fino all’anno 2000, quando Carlo Azeglio Ciampi si adoperò per far riscoprire agli italiani quell’edificio forse non bellissimo ma comunque di alto valore simbolico, un tempio laico dell’unità nazionale. Sono passati ormai diciassette anni da quando il Vittoriano è stato riaperto al pubblico e bisogna dire che oggi, tra quei marmi bianchi, l’atmosfera più che di un tempio laico sembra quella dell’outlet di Valmontone.

Intorno al sepolcro del milite ignoto ruota un circo quotidiano di turisti scamiciati, coppiette innamorate, scolaresche iperattive, zainetti, lattine di coca cola, e ogni tanto qualche pazzarello come l'uomo che tre mesi fa ha scavalcato un'inferriata e si è esibito nel numero del saluto al duce (lo hanno fermato i due militari di sentinella, facendoci scoprire che le guardie del milite ignoto se necessario possono anche muoversi). Questo spettacolo fracassone che va in scena quotidianamente sotto la statua di Vittorio Emanuele II vede imporsi due protagonisti assoluti: il gabbiano e lo smartphone. Il primo svolazza da padrone tra le statue risorgimentali e le colonne neoclassiche, facendo suo qualunque genere commestibile lasciato incustodito. Quanto ai cellulari, ogni giorno migliaia di dispositivi varcano i cancelli dell’ingresso con il supporto di esseri umani che hanno l’unica funzione di trasportare il dispositivo su e giù per le scalinate.

Tutti quei telefonini con i loro accessori bipedi sono lì, bisogna dirlo, per un valido motivo: devono arrivare sul terrazzo più alto per scattare una fotografia con la più bella vista di Roma, cioè del mondo. Forse in futuro, con l'avanzare della tecnologia, i cellulari saranno in grado di fare da soli: si scatteranno un bel selfie con il Colosseo sullo sfondo, mentre i loro proprietari potranno restarsene seduti al ristorante dell’albergo a mangiare.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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