Il suono di Roma per chi sa ascoltarlo

di Davide Desario
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Martedì 9 Dicembre 2014, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 23:18
Piazza San Lorenzo

in Lucina, 11 di mattina,

domenica. Rumore

assordante raccoglitore bottiglie

@simonecri



La frenata dell’autobus su via Prenestina. L’ambulanza sulla Cristoforo Colombo che non si sa da dove arriva e dove va. Gli storni che all’improvvisano abbandonano gli alberi intorno al laghetto dell’Eur e formano strani disegni nel cielo.



La litania della bambina rom nel vagone della metro per chiedere l’elemosina. La sirena dell’auto blu con lampeggiante in via Veneto. Il trotto, vietato, dei cavalli che trascinano le botticelle su via Due Macelli. Il vento che suona le foglie a Villa Borghese come un violinista con il suo arco. La corrente del Tevere che si fa rapida all’Isola Tiberina e copre il rumore delle suonerie di cellulari.



La campanella del Mamiani che suona a vuoto perché tanto la scuola è occupata. Il bisbiglio dei dottori nei corridoi della clinica Pio XI. Il silenzio di chi ha imparato sulla sua pelle a non parlare di suicidio. L’urlo della Sud dopo il gol che il vento porta dall’altra parte del fiume. I clacson che suonano la domenica mattina intorno a Villa Pamphjli e il chiasso dei bambini che giocano ignari tra i suoi prati.



La filastrocca dell’ultimo arrotino per le strade di Monteverde. I cori contro il Governo del corteo su via Cavour. Le ruote del tram che stridono la notte sui binari di via Flaminia. E un portone che sbatte chiudendosi. Forse per sempre. E’ il suono di Roma. Per chi sa ascoltarlo.



davide.desario@ilmessaggero.it