Sanità, 3 miliardi ai privati per ridurre le liste d'attesa negli ospedali pubblici del Lazio: il piano della Regione

Le cliniche che non rispetteranno gli accordi subiranno pesanti tagli di budget

Sanità, 3 miliardi ai privati per ridurre le liste d'attesa negli ospedali pubblici del Lazio: il piano della Regione
di Francesco Pacifico
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Sabato 30 Dicembre 2023, 07:13

Nuovi paletti alle cliniche private che lavorano per il sistema sanitario del Lazio: dovranno garantire più letti nelle loro strutture ai malati che provengono dai pronto soccorso; dovranno erogare soprattutto prestazioni (esami diagnostici e operazioni chirurgiche) che gli ospedali faticano a effettuare; non potranno più "rimandare indietro" verso i nosocomi pubblici i pazienti, specialmente gli anziani nelle Rsa, che necessitano di cure più dispendiose. In caso contrario, scatteranno forti penali, con un taglio ai loro budget del 10 per cento. Nel 2024 ammonterà a 3 miliardi di euro la spesa della Regione Lazio per "comprare" prestazioni sanitarie dai privati. Ieri la giunta Rocca ha approvato la delibera che definisce i livelli massimi di finanziamento, i criteri degli accreditamenti e le regole per remunerazione destinati alle cliniche. Rispetto al passato c'è un aumento della dotazione dei fondi di oltre 100 milioni di euro legato anche alla crescita dell'inflazione, ma - sottolineano da via Cristoforo Colombo - «eroghiamo questi fondi secondo le nostre condizioni per limitare gli sprechi e i disservizi che si sono registrati negli anni precedenti».

Entrando più nello specifico, dei tre miliardi totali, 1,541 miliardi saranno destinati dalla Regione alla fornitura dei posti letto per acuti, riabilitazioni post-acuzie e lungodegenze mediche.

Anche per favorire il turn over nei pronto soccorso. Al riguardo il Lazio copre grazie alle cliniche poco meno della metà delle 22mila postazioni totali. Poco più di mezzo miliardo sarà speso per le cosiddette attività afferenti all'assistenza specialistica: quindi visite di controllo, analisi di laboratorio, risonanze magnetiche, tac, dialisi o radioterapia. I restanti 853 milioni saranno impegnati per tutto quello che rientra nell'assistenza territoriale: cioè le residenze per anziani, le strutture che si occupano di salute mentale, quelle per la riabilitazione, l'assistenza domiciliare integrata, gli hospice e i centri per le dipendenze.

LE REGOLE

Fin qui il budget. Poi nella delibera vengono indicate una serie di nuove regole alle quali dovranno attenersi i soggetti accreditati. In primo luogo, e per ridurre i tempi di cura nei pronto soccorso, le cliniche che offrono posti letto per acuti e di specialistica ambulatoriale dovranno dare priorità ai malati che provengono dai Dea pubblici. Per ridurre le liste d'attesa, i privati dovranno effettuare nel 40 per cento dei casi prestazioni (esami o operazioni chirurgiche) che gli ospedali faticano a erogare. Rispetto al passato, poi, la Regione assegnerà il budget alle aziende accreditate, specificando le risorse per ogni area d'intervento (medica, chirurgica, critica, attività mediche in day hospital): in questo modo saranno rimborsate soltanto le prestazioni necessarie e richieste dal servizio sanitario. Come detto, vietato rimandare indietro agli ospedali i pazienti più gravi, mentre c'è l'obbligo di garantire gli accessi e le dimissioni ai malati anche nel weekend.

Sempre ieri la Regione ha approvato il piano di programmazione dell'assistenza territoriale per gli anni 2024-2026. Con l'aumento della popolazione over65, rispetto al passato saranno stanziati 40 milioni in più per l'assistenza domiciliare. Rafforzata anche l'erogazione di cure palliative (ambulatoriali, domiciliari, residenziali e semiresidenziali) e le attività di assistenza per disabili, anziani, soggetti affetti da patologie mentali, ospiti delle carceri, popolazione penitenziaria, pazienti che non hanno superato la fase post pandemica, che soffrono di disturbi dello spettro autistico, della nutrizione e dell'alimentazione. Nella rete, come strutture di assistenza, sono inserite 59 centrali operative territoriali, 35 Ospedali di comunità e 131 case di comunità.
 

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