Truffa alla serie Suburra e case occupate per i clan: Ostia, arrestato uomo dei Fasciani

Rosario Ferreri, cognato del boss Terenzio, affittò locali ater alla produzione della serie Netflix

Truffa alla serie Suburra e case occupate per i clan: Ostia, arrestato uomo dei Fasciani
di Moira Di Mario
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 08:41

A Ostia i locali di proprietà Ater in via delle Ebridi occupati e affittati abusivamente non solo come alloggi e "depositi" di armi e droga, ma anche come set per le riprese della serie tv Suburra, truffando la casa di produzione cinematografica Netfix. A gestire il giro di locazioni illegali era Rosario Ferreri, 64 anni, finito ieri agli arresti domiciliari per estorsione aggravata dal metodo mafioso, truffa, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed occupazione abusiva di immobili. Per il cognato di Terenzio Fasciani le manette sono scattate ieri mattina. I carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Ostia, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, hanno suonato alla sua porta per consegnargli l'ordinanza firmata dal gip Valerio Savio che ha accolto le richieste dei procuratori aggiunti della Dda Ilaria Calò e Michele Prestipino. Secondo gli investigatori Ferreri avrebbe truffato la casa di produzione di Suburra Netfix, facendo credere di essere il proprietario di 75 tra cantine e box, circa cinquemila metri quadrati di locali, affittandoli per le riprese e intascando oltre novemila euro. A gennaio scorso, era stato già destinatario di una misura cautelare personale nell'ambito di una indagine della Dda, perché secondo gli investigatori aveva organizzato, gestito e guadagnato dall'occupazione abusiva dei locali di proprietà dell'Ater, agevolando le famiglie Fasciani e Spada a cui aveva messo a disposizione box e cantine per lo stoccaggio di armi ed ingenti quantità di stupefacenti. Non solo.

Secondo la procura di Roma e i carabinieri di Ostia, Ferreri avrebbe anche portato a termine un'estorsione nei confronti di un suo lavoratore in nero la cui unica colpa era stata quella di chiedergli la retribuzione per la giornata di lavoro.

Una pretesa per Ferreri che proprio in via delle Ebridi, territorio "suo", in pieno giorno e davanti ad alcuni testimoni, armato di coltello avrebbe prima minacciato l'operaio e poi lo avrebbe colpito con una sedia di metallo, provocandogli una profonda ferita alla schiena. Una condotta ritenuta dagli investigatori «aggravata dal "metodo mafioso" poiché idonea ad esercitare sulla vittima la particolare coartazione e l'intimidazione proprie delle organizzazioni mafiose riporta una nota dell'Arma - nonché in grado di consolidare la reputazione criminale dell'uomo, di potenziare il suo "controllo" del territorio e delle attività economiche, di accrescere la sua influenza e il modo in cui la stessa viene percepita dai residenti, anche in virtù dei legami personali e parentali con la criminalità organizzata operante sul litorale laziale».

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IMMIGRAZIONE

Il cognato di Fasciani avrebbe, infine, favorito l'immigrazione clandestina, affittando a cittadini stranieri uno degli immobili da lui gestiti abusivamente. Le indagini hanno inoltre chiarito come Ferreri e la sua compagna avessero occupato abusivamente un appartamento all'interno del complesso residenziale in via delle Azzorre, di cui il gip di Roma ha disposto il sequestro preventivo, in attesa della restituzione al Comune di Roma.
 

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