L'albergo come luogo di ritrovo di pregiudicati e come punto dove cedere e consumare cocaina. Ad Ostia è scattata la chiusura per un hotel di piazzale Magellano: nel giorno di Pasqua durante i controlli disposti sul litorale, gli agenti del distretto Lido hanno potuto accertare come l'albergo nascondesse un giro sospetto: punto di ritrovo per persone già note alle forze dell'ordine - alcune con precedenti specifici in materia di stupefacenti - sono scattate le verifiche che hanno portato all'adozione da parte del Questore del provvedimento di sospensione per dieci giorni dell'attività ricettiva. Nello specifico nell'hotel si era rifugiato un cileno evaso dai domiciliari per droga ed è stata controllata una donna, rumena, assuntrice di cocaina. Che alcune strutture alberghiere anche dopo il termine dell'emergenza sanitaria per il Covid-19 si siano in parte "riconvertite" ad altro uso, come lo spaccio o l'occultamento della droga o il consumo in loco dello stesso, era già emerso in passato.
Roma, al Prenestino l'ufficio Caf magazzino dei narcos: scoperti 345 kg di hashish e 9 di marijuana
IL FENOMENO
Ma il sistema continua, soprattutto in quelle realtà di affitta-camere, case vacanze o bed&breakfast.
MANCATE REGISTRAZIONI
Sempre la polizia sabato pomeriggio ha provveduto alla sospensione dell'attività per sette giorni ad un altro affittacamere in via Napoleone III all'Esquilino che non solo aveva un numero di posti letto superiore a quello consentito, ma alcuni clienti erano stati registrati con dati diversi da quelli reali. Aspetto questo più che mai pericoloso.
Molte altre strutture sono poi rientrate, negli anni scorsi, dentro alcune inchieste perché in odore di mala: di fatto erano realtà che per conto di clan e consorterie riciclavano denaro sporco. Ancora: in diverse attività, condotte sempre nelle classiche zone di "passaggio" o anche in quelle turistiche, le forze dell'ordine hanno potuto accertare come nelle stanze fosse esercitata la prostituzione. Nel novembre scorso, ad esempio, Giandavide De Pau, l'uomo accusato dell'omicidio di tre donne a Prati, si era rifugiato, durante la sua breve fuga, da un'amica che esercitava la professione in un bed&breakfast non lontano dalla stazione Termini.