Rissa a Fiumicino con una guardia giurata per una corsa taxi: tassista violento sospeso dal Tar

Il tentativo della guardia giurata di evitare truffe ai turisti, la rissa e l'inchiesta: via la licenza al tassista. Ecco cosa è successo

Rissa a Fiumicino con una guardia giurata per una corsa taxi: tassista violento sospeso dal Tar
di Michela Allegri
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Venerdì 1 Marzo 2024, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 15:11

Al volante della sua auto bianca, nel parcheggio taxi del Terminal 3 di Fiumicino, continuava a selezionare le corse più redditizie, scegliendo i clienti da trasportare e scartando sistematicamente i viaggi verso Roma, in attesa di destinazioni più lontane. Per questo è stato ripreso da una guardia giurata della task force anti-abusivi allestita nello scalo romano per evitare le truffe ai turisti. Di fronte all'invito a caricare i primi passeggeri della fila, perché scegliendo le corse stava violando il regolamento taxi del Comune, il conducente ha reagito con violenza: ha spintonato il vigilante facendolo cadere e cercando poi di prenderlo a pugni. Succedeva il 6 marzo dello scorso anno, alle 19.35. Da qui, oltre a un'inchiesta penale, per il tassista violento è scattata anche la sospensione della licenza. Disposizione contro la quale l'autista ha fatto ricorso al Tar, che gli ha dato torto, confermando la sanzione a suo carico. L'uomo ha definito irregolare la decisione di Roma Capitale e della Camera di Commercio, riferendosi, in particolare, al fatto che la sospensione è arrivata «in attesa della definizione della vicenda», mentre il regolamento prevede che esistano «gravi ragioni per giustificare l'esercizio del potere cautelare», si legge nella sentenza.

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IL GIUDIZIO

A suo dire, sarebbe stato espresso «un giudizio definitivo sulla sua responsabilità per i fatti accaduti, anticipando gli esiti di un'indagine penale ancora in corso».

I giudici gli hanno dato torto, sottolineando che il regolamento di Roma Capitale prevede che «la pubblica amministrazione ha il potere di sospendere, in via cautelare, la validità di un'autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente o di una licenza per il servizio di Taxi» quando ci siano «motivazioni di tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico». E ad appesantire la posizione del tassista non c'è solo l'episodio dello scorso marzo.

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Nella sentenza viene fatto un elenco di «ulteriori fatti» in cui è stato coinvolto e che dimostrerebbero «l'indole prevaricatrice e violenta del predetto, che si manifesterebbe nel contesto dell'attività di autista». Nel 2016 è stato denunciato per minaccia e violenza privata nei confronti di una turista prelevata sempre agli arrivi del Terminal 3, ma è stato anche segnalato per truffa. Nel 2018 è stato querelato da un collega per minacce, violenza privata e lesioni. L'anno successivo è stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza mentre, davanti a numerosi viaggiatori, era protagonista di un «alterco terminato con violente percosse ai danni di un autista di autobus di linea» che, alla fine, aveva deciso di non denunciarlo. Successivamente era stato indicato durante un'inchiesta giornalistica come «tassista dedito a truffare i clienti scegliendo quelli a cui richiedere tariffe anche tre volte superiori a quelle previste». Poi, l'ultimo episodio del marzo 2023. Per i giudici il fatto che la querela sia stata ritirata non cambia i fatti: è necessario «evitare che la permanenza in servizio del conducente possa generare occasioni di pericolo per l'utenza specifica e per la collettività in generale».

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