Spiagge senza baywatch, l'estate nera di Ostia. «Qui il mare non è sicuro» `

Gli arenili liberi da Levante a Ponente sono senza controllo. Solo un cartello avvisa gli utenti della «balneazione non sicura», ma è palesemente non sufficiente

Spiagge senza baywatch, l'estate nera di Ostia. «Qui il mare non è sicuro» `
di Mirko Polisano
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Giovedì 6 Luglio 2023, 06:11

Spiagge libere dove si continua a morire. Succede a Ostia, il mare della Capitale dove gli arenili gestiti dal X Municipio non hanno i baywatch. Colpa di lunghezze burocratiche e di bandi poco «appetibili» che vanno deserti, anche se su questo resta alta l'attenzione della Procura di Roma. Dopo la morte, martedì pomeriggio, di un bagnante di 83 anni sulla spiaggia libera di Ponente, esplodono le polemiche su quella che da più fronti è stata ribattezzata la "malagestio" delle spiagge di Ostia. Gli arenili liberi da Levante a Ponente sono senza controllo. Solo un cartello avvisa gli utenti della «balneazione non sicura», ma è palesemente non sufficiente. Sulle spiagge che hanno i nomi dei colori - il cambio di denominazione fu salutato come un successo dall'allora giunta Raggi - da anni è caos. Gli arenili si ricordano ancora per quelli che erano: ex Amanusa, ex Spiaggetta, ex Faber Beach. Tratti di costa affollati e gettonatissimi ai tempi dei chioschi e oggi lande di sabbia sprovviste dei servizi o con servizi al minimo: basti pensare che per quelli igienici bisogna accontentarsi dei bagni chimici. Per chi, invece, prova a tuffarsi il pericolo è dietro l'angolo. Eppure le avvisaglie ci sono state. «La morte del turista di 83 anni è una tragedia annunciata», denunciano i frequentatori abituali di quei lidi. Solo tre settimane fa, in quello stesso tratto di spiaggia, si sentì male un ragazzo di 13 anni. Provvidenziale l'intervento di un baywatch al lavoro in un altro stabilimento. Fu lo stesso bagnino-eroe a lanciare il grido d'allarme: «Serve la guardiania a mare sulle spiagge libere». Ma niente, dal X Municipio solo una "pacca sulla spalla" sotto forma di riconoscimento-trofeo e nessun intervento concreto. Martedì, poi, il dramma.

LE REAZIONI

«La Capitaneria di porto di Roma deve imporre i bagnini sulle spiagge libere del Municipio X come ha fatto la Capitaneria di porto di Ladispoli per Cerveteri a seguito di due tragedie sventate - ribadisce in una nota l'associazione Labur - . È incredibile che la Capitale d'Italia, che ha sempre avuto i propri bagnini, si sia ridotta a sottostare ad un mercato indegno degli assistenti bagnanti che sfocia nel caporalato, gestito dalla cosiddetta "quattro sorelle", quattro società che dal 2012 vincono sempre le gare stagionali per l'affidamento del salvataggio a mare. Addirittura i bandi di gara sono fatti al ribasso, con un numero di postazioni inferiore a quello richiesto dalla Capitaneria. Così ad Ostia restano sguarniti 2 chilometri di spiaggia già da un mese, a Castel Porziano mancano 2 postazioni e a Capocotta i chioschi ne forniscono solo 8 sulle 25 richieste. In pratica l'obbligo dei bagnini vale solo per gli stabilimenti balneari che, tra l'altro, hanno anche i defibrillatori. Incredibile che non vengano inclusi nella dotazione per la sicurezza a mare, diversamente da altre parti d'Italia che almeno ne valutano la facoltà. Sarebbero infatti "troppo costosi", in termini di manutenzione, per inserirli nelle gare comunali relative alle spiagge libere.

 

Dunque, il Municipio, che oggi si duole per la morte di un uomo, è lo stesso che risparmia sulla sicurezza a mare dei bagnanti pur avendo ricevuto oltre 300mila euro dalla Regione Lazio». «Esprimo con grande dolore il mio cordoglio, e quello di tutto il Municipio X di Roma Capitale - ha commentato il presidente del X Municipio Mario Falconi - Difendo con forza l'operato dell'amministrazione e di Roma Capitale per aver fatto tutto quanto in nostro potere per garantire il miglior servizio possibile e l'osservanza delle prescrizioni di legge, come accertato dalla Capitaneria di Porto e dalla magistratura».

A Ostia, dunque, i cittadini invoca il "modello Cerveteri" dove la Capitaneria di porto ha costretto il Comune a dotare le spiagge libere di bagnini. E la Guardia Costiera già è al lavoro su questo fronte.

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