Ostia, lancio di vasi dai balconi contro l'arresto del pusher: polizia aggredita dai residenti

La rivolta in via Marino Fasan, roccaforte del clan Spada. Sequestrato un chilo di droga

Ostia, lancio di vasi dai balconi contro l'arresto del pusher: polizia aggredita dai residenti
di Chiara Rai
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Lunedì 28 Agosto 2023, 22:35

Dai palazzi sono piovute tegole e vasi di terracotta lanciati a raffica dai residenti del quartiere per protestare contro l’arresto di un giovane corriere della droga. Pensavano che passasse inosservato, quel ragazzo di 15 anni, già con precedenti, che usciva con il buio dai depositi in strada, in via Marino Fasan, a Ostia, nel cuore della roccaforte degli Spada. Passeggiava con una busta della spesa sotto il braccio carica di droga, diversi chili di hashish e cocaina.

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La polizia lo ha arrestato sotto gli occhi di una “comunità” che fa cerchio anche intorno alla malavita dove “i ragazzi non si toccano”. Gli agenti erano intenti a controllare il territorio, intriso di criminalità e disordini, ormai un vestito criminale di uno spaccato della Roma violenta. E via Marino Fasan, è una strada nota per lo spaccio e lo struscio dei pusher. 


Alcuni bisbigliano in qualche bar non lontano dal regno degli Spada che si è trattato di un «agguato delle guardie», quando i boss erano tranquilli e pensando forse che quel ragazzino non venisse fermato.

Invece usciva da uno dei depositi della strada proprio durante un maxi-sopralluogo della polizia. Ma non a caso quel giovane corriere era lì. Proprio la pressione di quelle volanti con i lampeggianti accesi hanno messo fretta ai capi che avrebbero deciso di far uscire in fretta e furia la roba. 


IL BLITZ
Era diventato urgente spostare la droga il prima possibile. La fretta non ha fatto loro riflettere sull’immancabile odore rilasciato dalla sostanza stupefacente avvolta alla meno peggio nella busta della spesa. Era lì, sotto il naso del giovane ma anche dei poliziotti. Un odore così forte da aver attirato l’attenzione dei cani antidroga. Così è scattato l’accerchiamento da parte della polizia di Ostia e il controllo del giovane: nascondeva un chilo di hascisc, cocaina e marijuana, già suddivisi in panetti, oltre a mille euro in contanti. Era carico di quella roba che avrebbero continuato a spacciare durante la settimana e i primi ricavi in contanti, il corriere adolescente li aveva addosso. 


Era visibilmente teso con lo sguardo consapevole di essere in trappola, ma anche con gli occhi preoccupati di aver dato una delusione ai suoi compari. Lo hanno beccato, si è fatto beccare nell’enclave dei clan dove i palazzi popolari fanno da sfondo, dove le donne affacciate alle finestre sono tante mamme leonesse pronte a ruggire per i loro figli, molti dei quali hanno scelto la strada sbagliata, forse senza sforzarsi di trovare alternative migliori.  È da quelle finestre che sono partite le urla «andatevene via», parolacce miste a minacce e un lancio di cocci come se piovesse. Da quegli stessi palazzi dove non lontano da lì e non troppo tempo fa, circa un anno, è stato sgomberato un appartamento sotto la regia del Comitato ordine e sicurezza pubblica coordinato dall’allora prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Un’abitazione in via della Martinica 35, occupato abusivamente da un Di Silvio da sua madre, Spada. Nell’appartamento c’era un altro figlio di quest’ultima e due minori. Altri ragazzi pronti a fare i soldati. Sul posto a eseguire lo sgombero si sono presentate altre numerose pattuglie degli uomini della polizia di Stato, dei carabinieri e della Polizia locale. 

IL CAOS
Altre sirene spiegate, altri agenti in giro. Le due donne risultano formalmente residenti nella enclave di via Marino Fasan, a Ostia Nuova in altre case di edilizia popolare gestite dal Comune e dove già in passato erano stati effettuati dei controlli. Quindi quest’ultimo blitz non può considerarsi così tanto inaspettato. A maggio l’escamotage: Il riconoscimento facciale dei pusher di Ostia Nuova per limitare l’ingresso nelle basi dello spaccio. Sempre in quella via. Utilizzavano un video citofono per identificare e fotografare chi suonava al palazzo. L’immagine veniva quindi rimbalzata di cellulare in cellulare e se il cliente o il corriere della droga veniva riconosciuto allora, a quel punto, la porta veniva aperta. Altrimenti no. E così in caso di visite sgradite, quelle delle «guardie», chi nasconde droga in casa ha tutto il tempo di buttare la merce.  A scoprire il metodo alternativo per riconoscere clienti dei pusher sono stati i finanzieri del reparto della polizia giudiziaria di Ostia. Quella piazza dello spaccio è sempre più sorvegliata speciale ma per ora quasi nessuno plaude ai poliziotti, anzi. È andata in scena una protesta criminale. 
 

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