«Ho paura, sono terrorizzata. Non voglio essere lasciata sola». Poche parole pronunciate mentre gli occhi diventano lucidi. Ed è pronta ad andare via, la maestra aggredita dalla moglie di un esponente del clan Spada. È quanto ha raccontato a margine dell’incontro di ieri con il ministro Valditara arrivato a Ostia per abbracciarla e per portarle la testimonianza concreta che lo Stato c’è ed è presente. La docente sarà trasferita: l’ok con tutta probabilità dovrà arrivare domani. La domanda era stata fatta solo due mesi fa, prima degli episodi che l’hanno portata - suo malgrado - alla ribalta delle cronache. La destinazione è fuori regione, probabilmente Abruzzo.
GRIDO DI AIUTO
Una richiesta che, a leggerla oggi, è quasi un grido di aiuto.
I COLLEGHI
Anche i colleghi si sono stretti intorno alla maestra aggredita, esprimendo la propria solidarietà e comprensione: «Si stavano svolgendo delle prove Invalsi - ha raccontato un’insegnante - e siamo stati allertati di quello che è successo. Un gesto intollerabile e da condannare. Non possiamo accettare simili violenze». «Questa è una scuola che lavora sul territorio - ha detto il dirigente scolastico, Daniele Storti - dove facciamo progetti di legalità per impartire i valori sani come la giustizia e la lealtà».
I PRECEDENTI
Ulteriori accertamenti si stanno svolgendo su eventuali altri episodi che possano essersi verificati in precedenza. Nessuna conferma ufficiale, forse qualche malumore: «Ma mai arrivati a un livello del genere». Il ministro poi va via. La maestra resta a scuola ancora un po’. Forse davvero ora si sente meno sola. Una cosa è certa: la voglia dell’insegnante di cancellare questa pagina di dolore. Di lasciare Ostia, la scuola Amendola, le angherie e le minacce. Ma non quei ragazzi. Quelli rimarranno per sempre nei suoi cuori. Tutti. Nessuno escluso.