Ostia, l’insegnante aggredita dalla moglie di un esponente del clan Spada sarà trasferita: «Ho paura di ritorsioni»

NOTEXT
di Mirko Polisano
4 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Maggio 2024, 00:07

«Ho paura, sono terrorizzata. Non voglio essere lasciata sola». Poche parole pronunciate mentre gli occhi diventano lucidi. Ed è pronta ad andare via, la maestra aggredita dalla moglie di un esponente del clan Spada. È quanto ha raccontato a margine dell’incontro di ieri con il ministro Valditara arrivato a Ostia per abbracciarla e per portarle la testimonianza concreta che lo Stato c’è ed è presente. La docente sarà trasferita: l’ok con tutta probabilità dovrà arrivare domani. La domanda era stata fatta solo due mesi fa, prima degli episodi che l’hanno portata - suo malgrado - alla ribalta delle cronache. La destinazione è fuori regione, probabilmente Abruzzo.

Maestra aggredita a Ostia, sull’incubo degli Spada il «silenzio» del Municipio: «Non siamo Caivano...»

GRIDO DI AIUTO

Una richiesta che, a leggerla oggi, è quasi un grido di aiuto.

La voglia di accantonare tutta questa brutta storia e ricominciare da capo. Non è ancora tornata in servizio, come ha fatto sapere il dirigente scolastico: «Ma presto sarà qui con noi, di nuovo», ha garantito. Poi, è la stessa insegnante a raccontare come sono andati i fatti: «Era una lite tra due bambini sono intervenuta solo per separarli. Li ho solo divisi. Mi sono limitata a quello». La donna ancora sotto choc. Non ha sporto denuncia: «per paura». Di ritorsioni, sicuramente. A Ostia ci sono ancora cognomi che fanno tremare i polsi. L’indagine però procede nello stretto e massimo riserbo. La mamma che ha aggredito l’insegnante sarà a breve iscritta nel registro degli indagati. L’inchiesta è partita d’ufficio perché il ruolo del docente è equiparato a quello di pubblico ufficiale. A piazzale Clodio, è stata trasmessa l’informativa dei carabinieri sulla “spedizione punitiva” contro l'insegnante. Gli investigatori hanno già effettuato un primo ascolto dei testimoni e della maestra in questione, presa a schiaffi in faccia dalla donna, che ha inveito contro di lei perché il giorno prima aveva rimproverato il suo bambino mentre litigava con il compagno di classe. «Non ti devi permettere di sgridarlo, ricordati che siamo gli Spada», avrebbe detto la donna. Gli inquirenti non escludono, in una successiva fase, di sentire - adottando le procedure di tutela del caso - in audizione protetta anche la versione dei bambini. La maestra è ancora sotto choc e sono molti i «non ricordo» e «non saprei» a testimonianza di quanto la donna sia ancora scossa. «Finché ci siamo noi, non deve aver paura - ha ribadito il ministro abbracciandola - lo Stato è più forte di qualsiasi mafia».

 

I COLLEGHI

Anche i colleghi si sono stretti intorno alla maestra aggredita, esprimendo la propria solidarietà e comprensione: «Si stavano svolgendo delle prove Invalsi - ha raccontato un’insegnante - e siamo stati allertati di quello che è successo. Un gesto intollerabile e da condannare. Non possiamo accettare simili violenze». «Questa è una scuola che lavora sul territorio - ha detto il dirigente scolastico, Daniele Storti - dove facciamo progetti di legalità per impartire i valori sani come la giustizia e la lealtà».

I PRECEDENTI

Ulteriori accertamenti si stanno svolgendo su eventuali altri episodi che possano essersi verificati in precedenza. Nessuna conferma ufficiale, forse qualche malumore: «Ma mai arrivati a un livello del genere». Il ministro poi va via. La maestra resta a scuola ancora un po’. Forse davvero ora si sente meno sola. Una cosa è certa: la voglia dell’insegnante di cancellare questa pagina di dolore. Di lasciare Ostia, la scuola Amendola, le angherie e le minacce. Ma non quei ragazzi. Quelli rimarranno per sempre nei suoi cuori. Tutti. Nessuno escluso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA