Le buche di Roma "famose" in tutto il mondo: usate dalle case giapponesi per testare i nuovi scooter

L'asfalto crepato è uno dei simboli della Città eterna: tra il 2015 e il 2020 24mila richieste di risarcimento danni

Le buche di Roma "famose" in tutto il mondo: usate dalle case giapponesi per testare i nuovi scooter
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Giovedì 28 Aprile 2022, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 07:20

Da oltre 30 anni gli ingegneri giapponesi vengono a Roma per testare gli scooter delle case nipponiche. Pare che un tecnico di Yokohama rimase esterrefatto di fronte a una serie incredibile e riavvicinata di buche larghe come crateri, avvallamenti, sanpietrini e infinite rotatorie. Il tutto nella sola piazza Venezia. Nessun circuito - pensò - avrebbe messo così a dura prova sospensioni, freni e telai dei prototipi. Sì, perché le buche a Roma sono a tutti gli effetti uno dei simboli della Città eterna. Non a caso Pietro Giubilo, sindaco tra il 1988 e il 1989, diceva che a Roma «si parla soltanto di buche stradali e di buchi di bilancio». Il Codacons, invece, ha stimato che su 8 mila chilometri di strade capitoline ce n'è una ogni 15 metri. E di ogni forma e misura. Comprese quelle immense voragini, dove nei film fantasy spuntano città millenarie e che da noi, più semplicemente, si riempiono di acqua e diventano piscine, per la gioia dei bambini.

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Con l'asfalto che si è crepato nell'82 per cento delle strade e con 69 cittadini che, ogni cento chilometri di strade, denunciano il Comune per farsi risarcire. Buche che - sempre secondo il Codacons - causano almeno 30 morti all'anno. Soprattutto non risparmiano nessuno: lo studente in motorino, la mamma con il Suv, il manager su un bolide da 300 cavalli e persino l'ultimo 007. Nel 2015 Daniel Craig, mentre girava a Roma Spectre stava percorrendo a tutta velocità sulla Aston Martin d'ordinanza (alle quali erano state appositamente rafforzate le sospensioni) Corso Vittorio Emanuele II, quando ha sbattuto contro il tettuccio dell'auto dopo aver centrato una buca. La star si fece un piccolo bernoccolo, ma per il grande spavento il set dovette sbaraccare e interrompere le riprese.
Ma le ripercussioni - per l'economia, per la salute e il livello di pazienza dei cittadini - sono più generali.

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Tra il 2015 e il 2020 sono pervenute all'amministrazione centrale oltre 24mila richieste di risarcimento di danni dovuti a buche e scarsa manutenzione. Soltanto nell'ultimo biennio, tramite il sistema unico di segnalazione di Roma Capitale, sono arrivate circa 11mila segnalazioni relative a dissesti del manto stradale, mentre tra il 2016 e il 2020 l'Adir, l'assicuratore del Campidoglio, ha dovuto liquidare per questi sinistri quasi 6 milioni di euro.
Gli esperti dicono che Roma, la città carrabile più estesa d'Europa e con una metropolitana che copre soltanto uno spicchio, sconti le poche risorse stanziate in questi anni e una serie di bandi d'appalto scritti male e quasi sempre impugnati dalle ditte non scelte. In certi anni è stata talmente una priorità politica che l'ex sindaco Virginia Raggi chiamò anche l'esercito per tapparle, facendo quasi scoppiare una crisi di governo all'epoca della compagine giallo-verde guidata da Giuseppe Conte. E i romani? Quasi clandestinamente è nato un movimento, Tappami, che chiamando un apposito numero si sostituisce al Comune e ripara il manto stradale a proprie spese e in pochi giorni. Hanno anche ricevuto il plauso del Campidoglio. Altri romani o si affidano al vernacolo per maledire la loro classe dirigente oppure se la ridono. Hanno riso molto quando una casa motoristica, presentando il primo scooter italiano con due ruote di Roma, lanciò il claim: «Resiste anche alle buche di Roma». Ridono quando un famoso gioielliere del Centro, vendendo un elegantissimo cronografo in oro, le disse: «A signò, se lo indossa in motorino con i sanpietrini, lo deve solo buttare». E se la ridono sui social, come quando su Instagram impazzò l'hashtag cinebuche e i romani postavano fotomontaggi dove da una crepa di viale Marconi spuntava il pesciolino Nemo.
F. Pac.
Fla. Sav.
 

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