È arrivato “Bobo Natale” e ha attrezzato la sua “casa”, una tettoia in legno con tanto di scritta su Muro Torto, nel quartiere Pinciano. Si è scelto una posizione panoramica e prestigiosa, proprio dove nella Roma Repubblicana c’erano le più belle ville gentilizie, le dimore degli Anicii, dei Pinci. E adesso c’è lui, Bobo Natale, un anziano clochard, forse di origine moldava, pronto a dare indicazioni stradali inesistenti a chiunque gli capiti a tiro, in cambio soltanto due euro, giusto un obolo per mettere qualcosa in tenda e far mangiare anche gli amici senzatetto.
Lo conoscono a tutti a Bobo che dagli anni ’90 bazzica tra le vie della Roma bene.
Oggi con indosso il costume di Babbo Natale, Bobo, ha trascorso un'altra giornata in una Roma semi deserta con la stragrande maggioranza dei locali chiusi a causa della pandemia.
Almeno lui, con la sua presenza, ha strappato qualche sorriso ai passanti. Un signore anziano su una sedia a rotelle che ha messo radici in maniera plateale, non senza passare nell’occhio: “Di vove sono io? Solo Dio lo sa!” dice e poi, se ci si avvicina un po’, inizia a parlare, a raccontare la sua vita. Bobo forse è al momento tra le persone più colorate in un periodo dalle sfumature grigie.