Ostia, gli Spada ora chiedono aiuto alla Caritas: «Siamo poveri, aiutateci»
Ostia, nuovo colpo al clan Spada: sequestrata villa del boss
Non essendo riusciti ad ottenere prestiti da parenti e amici, i due erano stati costretti ad accettare le condizioni imposte dall’indagato, che, facendo anche leva sul rapporto di amicizia che vantava di avere con chi si rivolgeva a lui, si era proposto di concedere direttamente il denaro richiesto ma con l’applicazione di tassi di interesse mensili oscillanti tra il 20 per cento e il 25 per cento, corrispondenti a circa il 300 per cento annuo.
Gli approfondimenti eseguiti dal settimo Nucleo operativo Metropolitano hanno portato alla luce un sistema illecito perpetrato ai danni di diverse persone che versando in precarie condizioni economiche che non consentivano loro di accedere al credito legale, erano cadute nella trappola dell’usuraio che si proponeva come loro «ancora di salvezza».
Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno fatto emergere la professionalità dell’usuraio, che agiva sempre con estrema prudenza, limitando al minimo le interlocuzioni telefoniche, dai toni per lo più pacati ed amicali, per organizzare gli incontri con i debitori, a quelli più pesanti, fino a minacciare ritorsioni fisiche («hai tempo fino alle ore 19, rivediamoci per quell’ora e ti avviso che se non hai i soldi ti sparo su una gamba») quando le vittime erano impossibilitate a rispettare le scadenze dei pagamenti, tanto che una di queste, disperata, è fuggita all’estero. Nel corso di una perquisizione, i finanzieri hanno trovato e sequestrato un vero e proprio libro mastro in cui l’usuraio annotava, con certosina precisione contabile, le somme prestate e le relative restituzioni, comprensive degli interessi applicati, circa 140.000 euro in contanti, oggetti di valore, una pistola e un fucile con le munizioni.
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