Incassavano i soldi per la cremazione dalle famiglie dei defunti, ma ingannavano i parenti e seppellivano le casse nell'area comune del cimitero. È accaduto a Prima Porta, nei primi sei mesi del 2020. Alcune agenzie funebri, dopo aver ricevuto il denaro, sotterravano nell'area comune le bare. Agli ignari familiari veniva consegnata l'urna cineraria con della terra.
Finte cremazioni, la truffa a Roma
La procura, a gennaio del 2020 aveva scoperto il primo caso.
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CORPI SEZIONATI
Intanto il nucleo Radiomobile dei carabinieri ha condotto un'altra indagine parallela, che ha portato alla luce il malcostume che regna all'interno del cimitero Flaminio: La salma mummificata veniva sezionata. Tagliata con un coltello e i resti buttati nell'ossario comune, con l'obiettivo di incassare i soldi imbrogliando i parenti dei defunti. È accaduto anche questo al cimitero Flaminio tra gennaio e febbraio del 2020.
A offendere i cadaveri, per arrotondare lo stipendio in questo caso sarebbero stati pochi dipendenti Ama infedeli e 3 impresari funebri. Si prospettava l'opzione onerosa di una cremazione, poi si rappresentava la possibilità di procedere con un altro piano, senza mai precisarlo, molto più economico. In 16 sono finiti a processo con accuse pesantissime che vanno, a seconda delle varie responsabilità, dalla truffa al vilipendio di cadavere. Le condotte sarebbero state messe in atto nei casi di estumulazione, la procedura che, a 30 anni dalla sepoltura, prevede il trasferimento dei resti, quasi sempre, nell'ossario comune. Tuttavia alcune volte i corpi si conservano in ottimo stato.
Una circostanza che, per i parenti, comporta ingenti esborsi: devono pagare la cremazione. È di fronte a questo tipo di spesa imprevista che, per il pm Pietro Pollidori, sarebbe stata presentata ai familiari una ragionevole e meno dispendiosa soluzione: «le faccio spendere di meno». La proposta, avanzata da alcuni dipendenti dell'agenzia funebre, prevedeva, però, la macabra procedura e la divisione dell'incasso con i complici dell'Ama. Tre i casi accertati, per poche centinaia di euro. I parenti non immaginavano che i resti del loro familiare venissero tagliati da macellai improvvisati: alcuni dipendenti armati coltelli che avrebbero sezionato le salme mummificate, riducendo in pezzi il corpo nel giro di mezz'ora.
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LA NUOVA ACCUSA
Adesso la procura ha chiesto il processo per un nuovo caso. Si tratta sempre di finte cremazioni. Le bare venivano conservate nei magazzini del cimitero e dopo alcuni mesi venivano sotterrate nell'area comune del cimitero. Secondo la procura i 4 titolari delle pompe funebri facevano decorrere i tempi di deposito, incassando i soldi per la cremazione. Forse lo step successivo sarebbe stato quello di consegnare un'urna cineraria con della terra all'interno. Ma questo si è verificato in un solo caso, come è emerso da un'altra inchiesta.