Agguato a Casal Bruciato, Mattiozzi vivo per miracolo: la pistola si è inceppata

Agguato a Casal Bruciato, Mattiozzi vivo per miracolo: la pistola si è inceppata
di Marco De Risi
3 Minuti di Lettura
Martedì 29 Ottobre 2019, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 10:12

Vivo per pura casualità. Il killer, dopo averlo crivellato di proiettili, si è avvicinato per dargli il colpo di grazia alla testa ma la pistola si è inceppata. Un particolare fondamentale per gli investigatori della squadra mobile che sono sicuri che chi ha fatto fuoco, l'altra sera, contro Maurizio Mattiozzi, 48 anni, precedenti penali, sotto la sua abitazione a Casal Bruciato, non solo volesse dargli una dura lezione ma volesse porre fine alla sua esistenza. Nonostante tutto, la vittima, è ricoverata all'ospedale Pertini, dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico ma non sarebbe in pericolo di vita anche se ferita da due colpi all'addome, e poi al braccio e alla gamba. Sono stati ritrovati dodici bossoli.

Agguato a Casal Bruciato, la madre della vittima: «Erano in tre». Sparati almeno 12 colpi
Roma, sparatoria a Casal Bruciato: agguato sotto casa, 48enne ferito a colpi di pistola

LO SPACCIO
Un'indagine, che come sfondo potrebbe avere lo spaccio di droga, comunque non facile per gli inquirenti: l'uomo che doveva essere giustiziato, sarebbe un duro, con una vita spesso oltre la legge, ed anche con punte di aggressività non controllata. Era uscito dal carcere da pochissimo, da cinque mesi. Quella pioggia di piombo, in teoria, secondo la polizia, potrebbe venire da più direzioni, da più nemici, proprio per i comportamenti illegali di Mattiozzi.

Erano le 10 di sera, quando l'uomo rincasa nella sua abitazione in via Diego Angeli. Ad aspettarlo ci sono quattro individui che gliela vogliono fare pagare. Uno di loro si avventa contro Maurizio Mattiozzi stringendo in pugno una semiautomatica calibro 7.65. Partono i colpi. Il bersaglio umano intuisce un attimo prima, quello che sarebbe accaduto. Reagisce, anche se con i proiettili addosso, s'infila nell'androne sotto il palazzo, supera delle colonne, arriva all'ascensore ormai ferito in modo grave. Il killer gli punta l'arma a pochi centimetri dalla testa, preme il grilletto, ma la pistola si blocca. Ecco la fuga precipitosa del commando armato. L'androne si colora di rosso, con rigagnoli di sangue che arrivano fino alla strada, poi il soccorso dell'ambulanza. I fori di proiettile si sono conficcati anche lungo il muro delle scale. Maurizio Mattiozzi è conosciuto da tempo alle forze dell'ordine, soprattutto come rapinatore. Viene arrestato, anni fa, dalla polizia accusato di avere eseguito blitz armati in farmacie e tabacchi insieme ad una donna.
 



COPPIA DI CRIMINALI
Proprio la particolarità della coppia criminale è un elemento che attira l'attenzione della cronaca. L'uomo che doveva morire, in passato, viene fermato perché ha investito un poliziotto durante un controllo in strada. Insomma, secondo gli investigatori, potevano essere in tanti, nella malavita, in contrasto con Mattiozzi che è stato colpito subito dopo uscito da Regina Coeli, come se chi ha sparato aspettasse proprio il momento del suo ritorno a casa. «Mi hanno chiamato all'una e mezza di notte, credevo Maurizio fosse morto», ha detto Claudia Mattiozzi la sorella del quarantottenne. «Maurizio è corso in casa, era tutto insanguinato. È stato terribile», ha raccontato la madre, che si è poi recata con la figlia al reparto Ambi (area assistenziale a media-bassa intensità) dell'ospedale Sandro Pertini dove la vittima, scampata miracolosamente alla morte, è ricoverata dopo aver subito un intervento chirurgico.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA