Truffa dello specchietto a Roma: prima l'urto e poi la richiesta di risarcimento. «Si accosti», ma l'automobilista mette in fuga i due malfattori

L'episodio in via Ettore Romagnoli. Due rom hanno tentato la "classica" truffa in strada

Truffa dello specchietto a Roma: prima l'urto e poi la richiesta di risarcimento. «Si accosti», ma l'automobilista mette in fuga i due malfattori
di Alessia Perreca
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Martedì 26 Settembre 2023, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 11:52

Un “trucco” oramai collaudato con qualche variante, in alcuni casi, ma con l’obiettivo generale di far cadere nella trappola dei malfattori ignare vittime ed estorcere più contanti possibili: la truffa dello specchietto corre ancora lungo le strade della Capitale. Considerata come un vero furto dove sono i giovani e le persone anziane ad essere maggiormente colpite: i truffatori scelgono una strada isolata, individuano il soggetto da colpire e dopo aver tirato una pietra (o un sasso) sulla macchina prescelta, si accostano e chiedono la risoluzione bonaria dell’“incidente” mediante una somma di denaro, aggirando di fatto l’iter delle assicurazioni.

Truffa dello specchietto, cosa è successo

 

L’ultimo (tentato) colpo è andato in scena lo scorso sabato, poco dopo le 10.30 del mattino in via Ettore Romagnoli, nel territorio del Municipio III, nei pressi degli studi (Dear) Rai. « Ero in macchina - racconta a “Il Messaggero” Lorenzo di Mitri - e stavo percorrendo via Romagnoli direzione via Nomentana, quando un'auto stava camminando sulla mia destra, con molta lentezza.

La supero con calma e poco dopo sento un forte botto». L’ennesimo “finto” urto in una strada, a quell’orario, completamente deserta. «Vado avanti ancora per qualche metro e attendo che la macchina mi raggiunga. Ero sicuro che le distanze fossero giuste e quindi di non aver scontrato nessuno», spiega Lorenzo, docente di Storia e Filosofia presso il Convitto nazionale.

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I due malviventi, un ragazzo robusto, con occhiali, di etnia rom (alla guida) e una donna sul sedile del passeggero, si sono avvicinati all’automobilista e hanno detto: «Ora ci accostiamo al lato e la risolviamo in maniera civile». «Parole pronunciate - prosegue ancora il racconto Lorenzo - con un linguaggio pacifico tanto che per un attimo ho anche creduto che responsabilità di quel forte rumore fosse stata effettivamente la mia».

 

I dubbi, però, hanno ben presto lasciato posto alle certezze. «Ho ripensato ad un altro episodio simile capitato a mia mamma all’altezza di viale Jonio ed a tante altre testimonianze sul gruppo ( social) dove ho raccontato la mia esperienza e quindi ho realizzato di trovarmi di fronte all’ennesimo raggiro». «Non sono sceso dall’auto - conclude Lorenzo - ma ho detto ai due di risolvere la questione presso il Commissariato di zona». I malfattori sono risaliti in macchina e sono fuggiti facendo perdere ogni loro traccia.

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