Tre incidenti in due giorni, allarme sicurezza per il tram

L’ultimo ieri mattina a Porta Maggiore. L’ira dei residenti: «Sono mezzi pericolosi»

Tre incidenti in due giorni, allarme sicurezza per il tram
di Fernando M. Magliaro
4 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Novembre 2023, 00:03

Tre incidenti in due giorni e linee tranviarie della Prenestina bloccate ancora una volta. L’altro ieri, un tram rotto in mattinata e poi nel pomeriggio un ramo caduto su un tirante della linea aerea bloccano i tram. Ieri sera, invece, un incidente: un uomo italiano, di 58 anni, che scivola e finisce addosso al tram a piazzale Prenestino, di fronte il deposito dei tram Atac di Porta Maggiore. Ambulanza, codice rosso ma nessun pericolo di vita, un codice rosso “da dinamica” del sinistro. Eppure, mentre i bus continuavano tranquillamente a passare, i tram sono rimasti fermi. L’annuncio di Atac, via twitter, arriva intorno alle 20.30 della sera di martedì, una mezz’ora circa dopo l’incidente. I mezzi su rotaia, poi, ripartono poco prima delle 22. La condizione naturale dei tram, “mezzi a guida vincolata”, è questa: un sinistro, per quanto lieve, arresta tutta una linea. Residenti e pendolari: «Non ne possiamo più». 


IL TERMINI-VATICANO-AURELIO


Incidenti che succedono spesso ma più frequentemente proprio dove il tram marcia in mezzo al traffico normale: «esattamente quello che il Comune vorrebbe fare creando la linea Termini-Vaticano-Aurelio, la Tva», dicono sconsolati i passeggeri appiedati. «L’8 si ferma e lo sostituiamo con i bus.

Quelli della Prenestina, lo stesso. Il 2 anche. I tram non funzionano in una città come Roma. Togliamoli definitivamente e sostituiamoli con gli autobus elettrici invece di creare un nuovo tram, in mezzo al punto più delicato della città, con tutte le peggiori caratteristiche di quelli esistenti», affermano Maria Luisa e Piero, studente di ingegneria lui e di architettura lei alla Sapienza. Per il progetto Tva, spinto dalla lobby pro tram, cavallo di ritorno di qualche vecchio politico e plaudita dal circoletto degli pseudo ambientalisti, tutti humus di una certa sinistra, il tram passerà quasi sempre in mezzo al traffico ordinario, lungo un tracciato che conta 70 incidenti e 39 feriti l’anno. Addirittura, in alcuni punti, senza neanche la corsia preferenziale. Ad esempio, in via IV Novembre: una strada di neanche 400 metri di lunghezza, con due curve a gomito e una pendenza del 7,8% dove ogni anno si verificano in media 14 incidenti con 6 feriti. O in Lungotevere in Sassia, di fronte al pronto soccorso dell’Ospedale dove il tram sarà attaccato all’ingresso delle ambulanze e dove gli incidenti stradali sono in media 37 l’anno con 20 feriti.


PRECEDENTI E CAUSE


Mezzi vecchi: poco più di una metà dei 120 tram che formano la flotta Atac è composta da vecchi tram Stanga, quelli monodirezionali, acquistati dal 1947, all’indomani della seconda guerra mondiale. L’altra metà è composta dai Socimi, quelli squadrati bidirezionali, entrati in servizio per i mondiali di calcio del 1990. Gli ultimi, i Fiat delle serie Roma 1 e Roma 2, sono quelli comprati per il Giubileo del 2000. Il più nuovo fra questi mezzi ha superato i 20 anni di età. Il più vecchio ha superato i 75 anni di età e, paradossalmente, è anche quello che ha tenuto in piedi la rete tranviaria meglio degli altri il cui peso, 54 tonnellate, risulta inadatto per binari e scambi per cui frenate e accelerazioni consumano ruote e binari, provocando, per inciso, quel fastidioso e persistente stridio di cui si lamenta chi abbia la casa sopra i binari. Gli Stanga invece, meno della metà del peso di un jumbo tram, presentano una usura minore di ruote e binari (anche se lo stridio rimane) e così, mentre fra il 2019 e il 2021 Socimi e Fiat Roma entravano in officina per rifare le ruote, riducendo la flotta tranviaria circolante a una metà di quella prevista su carta, erano gli Stanga a far rimanere a galla i tram di Roma. 
Età dei mezzi e la scarsa manutenzione ordinaria che il Comune da decenni non riesce a garantire né per i mezzi né per binari e linea elettrica aerea sono fra le cause dei numerosi incidenti. 
Come quello accaduto proprio fra piazzale Prenestino e Porta Maggiore il 30 maggio scorso: in tarda serata, un Fiat Roma uscì dai binari, bloccando tutti i mezzi per un paio d’ore. Alla fine, il Comune fu obbligato a rifare i binari per evitare altri incidenti. Nella stessa zona di Porta Maggiore, poco distante, altro giro altro sviamento: in zona scalo San Lorenzo, stavolta un bullone, secondo Atac, fece uscire una vettura dai binari. 
Poi c’è il capitolo alberi: altra manutenzione che andrebbe fatta con costanza e che si fa una tantum. Albero sull’8 una volta a via Arenula un’altra a viale Trastevere e in ognuna di queste occasioni, mezzi fermi in mezzo alla strada per ore. 
Infine, gli incidenti fra altri veicoli che finiscono per bloccare i tram. Come, sempre sull’8, qualche giorno fa: uno scontro fra due macchine a viale Trastevere. Una delle due finisce su un semaforo che si piega e finisce sul percorso del tram. Con la linea che, ancora una volta, finisce per fermarsi in blocco. Mentre un bus si sarebbe semplicemente allargato, passando senza alcun problema. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA