A scoprirne il corpo in cucina fu il figlio, avvisato da una parente, preoccupata perché non rispondeva al telefono da qualche giorno.
Quando la polizia arrivò, trovò Rosina Raffaele morta; sulle pareti di quella cucina c'erano tantissime tracce di sangue. Fin da subito gli investigatori ipotizzarono l'omicidio. Accanto al cadavere fu trovato un coltello da cucina e sul corpo della donna furono riscontrate una trentina di ferite da arma da taglio; e poi, anche uno sgabello rotto, segno che la donna aveva provato a difendersi. Due giorni dopo fu arrestata Lucia Raffaele, nipote della vittima. Gli investigatori finirono sulle sue tracce anche grazie alle testimonianze di alcuni vicini che avevano visto la donna aggirarsi nei paraggi della casa della zia. E Lucia Raffaele, messa alle strette, confessò di aver ucciso la zia a conclusione di una violenta lite, perché «aveva parlato male» dei suoi genitori morti.
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