«Da Roma a Civitavecchia in taxi 250 euro». E ancora: «Sessanta invitati che prenotano dei taxi dopo un matrimonio e che si ritrovano alle due di notte abbandonati sull’Appia Antica». Maria Ferrara, pensionata e con una vita passata in una delle più grandi compagnie aeree internazionali, racconta un uno-due con il mondo dei taxi incassato in una settimana.
IL PERCORSO
«Una coppia di miei amici, Robyn W.
Racconta ancora Maria Ferrara: «Ho personalmente aiutato i miei amici a prenotare un taxi per la mattina del 19 agosto. Oltre ad aver parlato anticipatamente al telefono con la direzione dell’hotel, ho visitato l’albergo e dato indicazioni alla portineria ottenendo la conferma della prenotazione. Ci tengo a chiarire che abbiamo espressamente chiesto un taxi e non un servizio di auto private o di limousine». La mattina dopo arriva un taxi bianco, uno dei van che ormai si associano più spesso ai noleggiatori per conducenti. In questo caso, però, è un regolare taxi. «Il tassista, che nemmeno parlava inglese, non ha specificato alcun dettaglio, non ha attivato il tassametro, ha parlato per tutto il tragitto al cellulare e, poi, giunti al porto ha chiesto ai miei amici 250 euro». Il problema è che i cartelli esposti sul tariffario parlano di una corsa da 125 euro di costo. «Una cifra confermata anche dalla manager dell’hotel che anzi ha ribadito come loro utilizzino sempre i taxi per questo genere di servizi per i loro ospiti»
FESTA DI NOZZE
Il secondo episodio avviene una settimana dopo, il 25 agosto. «Si è sposata mia figlia. Anche lei, come me in passato, vive all’estero. Il marito è inglese. Per la festa di nozze sono venuti amici da tutto il mondo. Tutti hanno preso alloggio in zone centrali di Roma e la festa era in una villa sull’Appia Antica. Per la fine dei festeggiamenti, avevamo prenotato i taxi per una sessantina di invitati. Prenotazione accettata ma, prima uno, poi un altro, alla fine non si è presentata nessuna auto bianca. Alle due passate di notte ci siamo ritrovati in sessanta abbandonati sull’Appia distantissimi dal centro e fra loro c’era anche una ragazza incinta. Molti hanno camminato per chilometri per riuscire a rientrare negli hotel, altri sono stati più fortunati riuscendo a rimediare passaggi su mezzi improbabili come un furgone che trasportava cornetti appena sfornati ai vari bar della città».
Insomma, non esattamente un bel biglietto da visita per la città secondo Maria Ferrara: «Possibile che con i miei amici, con invitati da mezzo mondo a un matrimonio, la nostra città riesca a fare queste figure per colpa di qualche mela marcia che danneggia una categoria di lavoratori intera?».