Roma, ruba un'Audi e fugge sul Gra. Dopo un folle inseguimento, l'auto si guasta davanti a Rebibbia

Ironia della sorte, la macchina si ferma di fronte ai cancelli del carcere di Rebibbia. L'imputato scappa a piedi, ma nonostante la sua violenta resistenza, gli agenti riescono ad arrestarlo

Roma, ruba un'Audi e fugge sul Gra. Dopo un folle inseguimento, l'auto si guasta davanti a Rebibbia
di Federica Pozzi
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 07:00

Prima il furto di un'Audi Q3 in zona Primavalle, poi la fuga spericolata dagli agenti sul Raccordo anulare. Ironia della sorte, la macchina si ferma di fronte ai cancelli del carcere di Rebibbia. L'imputato scappa a piedi, ma nonostante la sua violenta resistenza, gli agenti riescono ad arrestarlo. È accaduto il 1 maggio alle 2.45 di notte. L'imputato è Angelo Coli, 23 anni, albanese, accusato di resistenza e lesioni che ieri ha patteggiato la pena.

LA FUGA E L'ARRESTO

Ad avvertire gli agenti del commissariato San Basilio, sono stati i dipendenti di un istituto di vigilanza che hanno dato l'allarme su un'auto rubata a Primavalle e che stava transitando sul Grande raccordo anulare. Due pattuglie hanno inseguito l'uomo intimandogli più volte di fermarsi con lampeggianti e sirene accese, ma la folle corsa è continuata finché, proprio di fronte a uno dei cancelli del carcere di Rebibbia, l'auto non ha urtato contro un marciapiede e si è fermata.

Neanche questo però è bastato a interrompere la fuga, l'uomo è infatti sceso dalla macchina e ha proseguito la sua corsa a piedi. Gli agenti sono riusciti a raggiungerlo e con difficoltà, dopo una forte resistenza, lo hanno arrestato. Coli ha spinto e fatto cadere a terra uno degli agenti che lo inseguivano e poi ha tirato diversi calci all'altro che lo aveva raggiunto. Entrambi i poliziotti sono stati portati in ospedale, con una prognosi di quattro giorni ciascuno per traumi a spalla e ginocchio destro.

LA CONDANNA

Secondo quanto riferito dallo stesso imputato durante il processo per direttissima ieri mattina, l'uomo si trovava in Italia da un mese e mezzo per una vacanza. Prima aveva soggiornato dalla sorella, a Perugia, poi da amici a Roma.

Sui fatti che lo hanno portato all'arresto si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il pm Giovanni Nostro aveva chiesto la convalida dell'arresto e come misura cautelare il divieto di dimora nel Comune di Roma, dato che l'uomo non ha fissa dimora nella Capitale e nulla lo ancora a Roma. Misura cautelare che non è stata applicata, perché la difesa ha scelto la strada del patteggiamento, accolta dal giudice: un anno di reclusione con pena sospesa, ma soltanto per lesioni e resistenza.

Il Tribunale ha disposto anche il dissequestro del telefono, che era tenuto in custodia dagli agenti, previa estrapolazione delle immagini relative le autovetture. Per quanto riguarda invece il furto dell'auto, intestata a una società romana, non si è potuto procedere a causa della mancanza della querela da parte della proprietaria, come recentemente disposto dalla riforma Cartabia.

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