Roma, tram Termini-Vaticano-Aurelio per il Giubileo: residenti infuriati. «A rischio i palazzi storici»

«È una follia consentire alle vetture di sfiorare palazzo Venezia e chiesa del Gesù

Roma, tram Termini-Vaticano-Aurelio per il Giubileo: residenti infuriati. «A rischio i palazzi storici»
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Mercoledì 12 Luglio 2023, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 10:16

Una strada stretta. A sinistra palazzo Venezia, a destra palazzo Bonaparte e palazzo Grazioli: luoghi storici della città che tutto il mondo fotografa. Potranno essere minati da un tram, il Termini-Vaticano-Aurelio, che si ha intenzione di costruire e che potrebbe passare proprio da quelle parti. Andrea Costa, che vive in quella zona, ci scrive e racconta la «follia dei previsti passaggi, in doppia corsia alternata, su via del Plebiscito a dieci centimetri dal quattrocentesco Palazzo Venezia e dalla Chiesa del Gesù». «Parliamo non di tram qualsiasi, non di riadattamenti delle meravigliose monocarrozze "Stefer" e relativi scartamenti ridotti che avrebbero potuto rendere questa archeologia industriale del Novecento, che a molti fa tanto "fabbrichismo operaista", molto più sensata, tollerabile e "tipica" del Centro storico romano. Con raggi di curvatura molto più stretti, capaci di servire aree pedonalizzate e magari di ricongiungere la parte Sud e quella Nord della città, a oggi trasportisticamente separata da un gigantesco asteroide semipedonalizzato chiamato "Centro storico". Un avvocato che lavora lì, denuncia: «Voglio andare fino in fondo perché se devo vivere qui, di giorno, quanto sono costretto a sopportare a casa al Flaminio, proprio non ci sto». La situazione sembra particolarmente sentita anche a piazza del Gesù. Qui Alfredo Massimi, 66 anni, fa due passi in questo caldo mattino di luglio. «Roma ha sempre avuto problemi con il suo trasporto pubblico - dice - Spesso sono stati fatti più danni che benefici. Questo sembra un caso del genere. Un po' come quando cercano di mettere i semafori e intasano di più il traffico. Il tram dividerà in due questa zona che già si sta degradando».

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IL TRACCIATO

La prima parte del tram prevede una sede tranviaria a doppio binario che parte da piazza dei Cinquecento e passa per viale Luigi Einaudi, piazza della Repubblica, via Nazionale, largo Magnanapoli, via IV Novembre, via Cesare Battisti, piazza Venezia, via del Plebiscito, Corso Vittorio Emanuele II. Il luogo che il progetto stesso definisce «più critico», è quello rappresentato da Largo Magnanapoli «in cui la pendenza è del 7,8% e dalle due curve a 90 gradi di via Quattro Novembre, con pendenze del 4%». «In queste curve si hanno notevoli impegni delle fasce di ingombro delle vetture tranviarie, che di fatto rendono la posizione delle rotaie fortemente vincolata», si legge ancora nel piano che fotografa le condizioni più complesse per la realizzazione dell'opera. Poi, la seconda parte, con una sede tranviaria a binario unico: in direzione Aurelio un binario procede su Ponte Vittorio Emanuele II, svolta in Lungotevere in Sassia e si ricollega con l'altro binario in piazza delle Rovere. In direzione piazza dei Cinquecento da piazza delle Rovere il binario impegnerà Ponte Principe Amedeo Savoia Aosta, procede su via Acciaioli e si riconnette con l'altro binario all'inizio di Corso Vittorio Emanuele II.

GLI SCAVI

C'è perplessità tra chi vive da quelle parti. E anche tra chi si trova lì a lavorare, negli edifici che riuniscono alcune tra le bellezze storiche della città. Commercialisti, avvocati, tecnici, che sollevano dubbi sull'impatto che avrà l'opera che da Termini dovrebbe portare nel quadrante Ovest della città. E poi c'è un tema, quello dei reperti che si trovano nel sottosuolo e che potrebbero soffrire delle vibrazioni dei mezzi, una volta in servizio.
Dall'Associazione archeologica romana, nata nel 1902 nella Capitale, chiedono uno studio più approfondito. «Un tram in via del Plebiscito? Sotto ci sono i resti del tempio di Serapide - dice la coordinatrice dell'associazione, Paola Manetto - La soprintendenza dovrà necessariamente fare dei sondaggi per vedere gli effetti sotto le fondazioni dei palazzi». «Credo sia necessario uno studio approfondito a livello archeologico, non si può fare una rete tranviaria in cinque minuti perché potrebbero rovinarsi i reperti sotterranei», conclude l'archeologa. Rimanda a ulteriori analisi anche Fabrizio Paolacci, docente di ingegneria a Roma Tre. «Bisognerebbe capire quanto è davvero distante dagli edifici - dice - la ripetitività delle corse potrebbe avere una certa influenza. Servono approfondimenti».
Giampiero Valenza
giampiero.valenza@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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