Serrande abbassate definitivamente in via Nazionale, via del Corso, via Frattina, persino nelle strade a maggiore vocazione commerciale di Prati. Il centro storico, anche dopo le restrizioni della pandemia, vive una forte crisi nel suo settore storicamente più vitale: a essere colpite, ora, non sono soltanto le botteghe storiche, ma anche negozi e punti vendita di brand molto noti. L'ultimo caso, quello della libreria Feltrinelli nella galleria Alberto Sordi - che sarà chiusa al pubblico almeno per 10 mesi a causa di lavori di ristrutturazione, in attesa di valutare gli sviluppi - è solo la punta dell'iceberg di un fenomeno che continua a falcidiare il tessuto commerciale nel cuore della Città eterna. Anche ora che i turisti stanno tornando a Roma e che lo smart working si sta progressivamente riducendo, da queste parti la ripresa non ha ancora innestato la marcia giusta. Le cause? Affitti troppo alti, turismo mordi e fuggi, spopolamento. Il problema «ha tanti risvolti che riguardano le politiche urbanistiche, il patrimonio, avere politiche che aiutino anche a portare abitanti e giovani nel centro», argomenta il sindaco Roberto Gualtieri.
LA SITUAZIONE
Per rendersi conto delle difficoltà del settore basta farsi un giro per arterie come via Nazionale, corso Vittorio, o all'interno della stessa galleria di piazza Colonna.
Perché i giovani rinunciano al posto fisso? Welfare familiare, salari bassi e trasferimenti al Nord
IL TOUR
Oltre a Feltrinelli, in questo periodo sta chiudendo i battenti anche Brighenti, il negozio di intimo aperto in via Frattina dal 1953. Di recente la scure della crisi ha colpito Franchi, lo storico negozio di alta eno-gastronomia e rosticceria di via Cola di Rienzo, attivo da quasi un secolo. A poca distanza, ma prima della pandemia, lo stop definitivo era toccato alla storica alimentari dei fratelli Mattei. In via dei Cestari, tra il Pantheon e Torre Argentina, gli storici negozi di arte sacra vengono progressivamente sostituiti da altre tipologie commerciali.
LE PROSPETTIVE
«Nonostante le evidenti difficoltà, il costo delle locazioni non sembra diminuire - osserva Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma - Certamente in un clima di ripresa arriveranno alcuni marchi internazionali, ma si rischia di perdere l'originalità e la qualità dell'offerta commerciale romana». Quindi, sostiene Guasco, «bisogna aiutare i negozi storici, applicando e finanziando la legge regionale che li riguarda». Il panorama commerciale all'interno delle Mura Aureliane, insomma, è ancora all'insegna delle grandi difficoltà. «La situazione è desolante, con tanti negozi chiusi definitivamente da via Nazionale, via Frattina - spiega Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma - Segno che ci sono ancora difficoltà anche dopo la pandemia. La situazione è migliorata, ma non siamo ancora fuori dal tunnel». I residenti, però, puntano il dito anche contro tavolini all'aperto e dehors: «Le occupazioni di suolo pubblico non possono stare sulle pedane per i disabili, non possono derogare al Codice della strada - dice la leader dell'Associazione abitanti centro storico - Si deve avere la logica che il Centro e le sue strade e piazze debbano essere fruibili per tutti».