Philip Rogosky, scomparso a Roma producer del cinema. La moglie: «Aiutateci a trovarlo». Testimoni: «Assomiglia molto a Ibrahimovic»

Da due settimane non ha fatto più ritorno a casa: «Potrebbe avere perso la memoria»

Philip Rogosky, scomparso a Roma producer del cinema. La moglie: «Aiutateci a trovarlo». Testimoni: «Assomiglia molto a Ibrahimovic»
di Federica Pozzi
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Martedì 13 Febbraio 2024, 00:08

«Aiutatemi a trovare mio marito, se lo vedete in giro fotografatelo. Deve essere visitato al più presto». È questo l’appello di Sara Bonavoglia, moglie di Philip Rogosky, producer cinematografico di 56 anni scomparso dal 29 gennaio dopo essere uscito di casa in via dei Coronari vicino a ponte Sant’Angelo.

«Probabilmente in stato confusionale», si legge in una delle migliaia di volantini sparsi per tutta la città con le sue foto stampate sopra. L’ipotesi è che abbia improvvisamente perso la memoria e non si ricordi più chi è.

Il mistero di "Zio Peppuccio" e la lettera in redazione. I familiari: «Ci aspettiamo accertamenti».

 CANI MOLECOLARI
«Aveva avuto una forte forma influenzale, era il primo giorno di convalescenza», racconta Sara, «Abbiamo fatto colazione poi io sono uscita per andare a lavorare e lui è andato a buttare la spazzatura.

La sera sono rientrata e non l’ho visto». Il telefono era spento. «Gli ho mandato una mail pensando che fosse in ufficio e gli si fosse scaricato il cellulare ma quando alle 22 ancora non ricevevo una risposta ho chiamato il 112». Il primo pensiero è che abbia avuto un malore. Infatti, spiega la moglie, «pochi giorni prima aveva avuto un mancamento. Abbiamo controllato gli ospedali di tutta Roma ma di Philip non c’era nessuna traccia». Partono le indagini della polizia: le carte di credito non erano state usate e il cellulare risultava spento già dal momento in cui era uscito per gettare la spazzatura. «A quel punto abbiamo temuto il peggio», confessa la donna. La svolta arriva dopo pochi giorni. Sabato 3 febbraio «un’amica in comune che ancora non sapeva della sua scomparsa lo ha incrociato sul lungotevere, in zona Flaminio, lui guardava dritto e non l’ha salutata», racconta Sara.

A quel punto gli amici iniziano a cercarlo nei dintorni, a chiedere ai commercianti della zona. Tutti lo descrivono «confuso, spaesato», dice la moglie. Ed è proprio questa la pista che gli inquirenti seguono e di cui è convinta anche Sara: Philip ha improvvisamente perso la memoria, fisicamente sta bene ma non si ricorda chi sia. Dopo due giorni, il 5 febbraio, un’altra prova che il 56enne sia vivo e vaghi per la città. Un residente del quartiere Flaminio ha trovato i suoi pantaloni - quelli che aveva quando è uscito da casa - stesi su una colonnina metallica. Così sono arrivati sul posto i cani molecolari che hanno seguito la traccia per due chilometri, per poi perderla sulla pista ciclabile che si trova sotto al Tevere, in direzione sud. 


GLI AMICI
Moglie e amici, ormai un gruppo di 80 persone, continuano a cercarlo per tutta la città. «Sabato in un supermercato in zona Prati mi hanno detto che lo hanno visto. “Assomiglia molto a Ibrahimovic”, mi ha detto un dipendente. Mi ha colpito molto, quando era giovane erano identici». «Però purtroppo nessuno manda una foto, questo ci aiuterebbe a identificarlo meglio. Ho paura che si sposti in altre zone». 
Philip non ha mai sofferto di problemi di memoria, mai mostrato segni di confusione. «Mi sono consultata con una neurologa e una neuropsichiatra, mi hanno detto che è possibile un episodio acuto di perdita di memoria ma deve essere subito ricoverato e sottoposto ad accertamenti, per questo è fondamentale trovarlo al più presto», conclude Sara.
 

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