Omicidio suocero de Rossi, arrestati confessano
Sindacato di polizia critica la dedica del calciatore

Daniele De Rossi (foto Antonio Calanni - Ap)
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Giovedì 11 Settembre 2008, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 17:10
ROMA (11 settembre) - stato fissato per venerd mattina, davanti al gip di Roma Marcello Liotta, l'interrogatorio di convalida di Gabriele Piras, 48 anni, e Giuseppe Arena, 40, fermati mercoled con l'accusa di avere ucciso Massimo Pisnoli, suocero del calciatore della Roma Daniele De Rossi. Il corpo dell'uomo fu trovato ad Aprilia, in provincia di Latina, in una stradina sterrata nei pressi della stazione delle Ferrovie di Campoleone.



Piras e Arena avrebbero già confessato in parte e spiegato ai carabinieri quanto avvenuto lo scorso 7 agosto. Avrebbero teso una trappola a Pisnoli: con la scusa di progettare una rapina, avrebbero dato all'uomo un appuntamento nei pressi della stazione di Campoleone, nella periferia di Aprilia. Lì, come in un'esecuzione, Pisnoli fu ucciso con un colpo di lupara al volto; il corpo dell'uomo fu trovato solo il pomeriggio dell'11 agosto. All'attenzione del gip, domani, ci sarà anche la richiesta - da parte del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Carlo Lasperanza - di emissione della misura cautelare della custodia in carcere per omicidio e rapina.



Non sono piaciute intanto le parole di De Rossi, che ha dedicato il doppio gol fatto in nazionale, al suocero ucciso in un agguato: a criticarle il Sindacato autonomo di polizia:«Da un giocatore importante come Daniele De Rossi, che può influenzare con le sue opinioni milioni di cittadini e di tifosi, soprattutto giovanissimi, ci aspettavamo parole più caute, visto che sulla morte violenta del suocero ci sono inchieste della magistratura in corso».



La doppietta in Italia-Georgia sarebbe stato più indicato dedicarla alla strage dell'11 settembre, aggiunge il sindacato. «Una caduta di stile - conclude il Sap - che possiamo in parte comprendere, visto che De Rossi ha perso comunque un parente, ma che poteva essere evitata».



Sulla polemica interviene don Mario Lusek, cappellano degli azzurri alle Olimpiadi di Pechino. «De Rossi tira in ballo il vissuto personale, il suo dolore va rispettato - ha detto Lusek - così come devono essere rispettate la sua vicenda e il dolore delle vittime della violenza». Il cappellano ha poi concluso: «Il dolore che sta in noi è diverso da quello di un altro».