Nel Centro storico ci sono due luoghi dove i pini preoccupano di più: la Passeggiata archeologica e del Gianicolo: sorvegliati speciali per gli esemplari ormai malati e malridotti. Avvicinandosi all’Arco di Costantino e al Colosseo ci sono «segni avanzati di malattia». La situazione è poi davvero grave dalle parti delle Terme di Caracalla. L’associazione ambientalista Italia Nostra ha realizzato un dossier per capire quale sia il reale stato di salute dei pini della Capitale, disegnando una vera e propria mappa del rischio. E li hanno passati al setaccio, uno dopo l’altro, tra parchi, ville storiche e viali, facendo notare anche quei luoghi più critici dove bisogna agire subito. Sotto i riflettori c’è la Cocciniglia tartaruga (la Toumeyella Parvicornis), un insetto infestante originario del Nord America che, una volta arrivato in Italia, ha trovato la sua vittima: i pini domestici, alberi che sono parte dei tipici paesaggi romani.
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LE EMERGENZE
Nel lavoro realizzato da Pierluigi Gazzani per conto dell’associazione, a via delle Terme di Caracalla, a via di Porta San Sebastiano e a via Latina la situazione è “grave”. “Nel corso del biennio 2022-2023 nel tratto rettilineo pianeggiante si è osservata una situazione di crescente criticità, la più grave del Centro storico, che ha investito anche lo Stadio delle Terme e che ha determinato frequenti tagli di alberi e abbattimenti”, si legge.
LA SOLUZIONE
Bisognerà aspettare un paio di anni e potrebbe arrivare l’antagonista naturale della Cocciniglia direttamente dai Caraibi. Nelle isole Turks e Caicos (dove la Cocciniglia ha portato alla morte di larga parte dei pini caraibici) una ricerca realizzata anche attraverso l’istituto di ricerca Crea ha individuato l’insetto che potrebbe scacciarlo. «I pini vanno ripiantati, per la bellezza della città. Dovremo aspettare ancora qualche anno, ma la soluzione è in arrivo», dice Oreste Rutigliano, presidente di Italia Nostra Roma.