Contagi in crescita, soprattutto a Roma, e primi casi (ogni giorno più frequenti) nelle scuole. Il Covid ha ripreso a bussare alla porta, con la fine delle ferie estive, e la Regione si prepara a partire con la campagna vaccinale d’autunno, che naturalmente riguarderà anche l’influenza stagionale. Nell’ultimo report settimanale sulla diffusione del coronavirus - diffuso dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di Sanità - a Roma e nell’area metropolitana della Capitale sono registrati 75 nuovi casi ogni centomila abitanti. Un incremento notevole, rispetto ai 52 della settimana precedente: quasi il 50 per cento in più. Un dato che, nel Lazio, è superato solo dalla provincia di Latina, che con 87 contagi ogni centomila persone continua ad avere l’incidenza più alta a livello regionale. Più dietro le province di Rieti (48), Frosinone (42) e Viterbo (35). Nel Lazio, complessivamente, nei sette giorni compresi nell’ultimo bollettino vengono registrate 3.628 nuove infezioni (il 45,4 per cento in più della settimana precedente). Nove i decessi (dato stabile) e 181 persone ricoverate in ospedale (più 38,2 per cento), con sette malati in terapia intensiva.
LA SITUAZIONE
Il trend dei contagi è tenuto sotto osservazione dai medici ma, almeno per ora, senza allarmismi. «Era ampiamente prevedibile un aumento della casistica con ripresa della scuola e delle attività lavorative, tra l’utilizzo dei mezzi pubblici e un generale abbassamento della guardia e delle protezioni - spiega Alberto Chiriatti, vicesegretario regionale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale - Registriamo un lievissimo aumento di ricoveri e terapie intensive, ma siamo ancora su livelli bassi».
IL VADEMECUM
La Regione si prepara quindi, oltre alla vaccinazione antinfluenzale confermata dal 2 ottobre, anche all’immunizzazione per Sars-Cov-2, raccomandata ai 350 mila fragili e 1.725.000 over 60 del Lazio: prevista per il prossimo mese, seppure non ancora con una data precisa. Un campagna che potrebbe essere anche anticipata se il ministero della Salute «fornirà indicazioni in questo senso». Il vaccino contro il Covid si potrà fare, come l’antinfluenzale, in farmacia, negli ambulatori dei medici di famiglia, nei centri vaccinali delle Asl, negli ospedali e nelle strutture private accreditare. Non ci saranno però strutture dedicate, come gli Hub utilizzati in passato. Il vaccino utilizzato sarà quello prodotto da Pfizer, acquistato dal ministero e successivamente inviato alle Regioni.