Commessa minacciata insieme alla figlia dallo stalker, la donna: «L’ho denunciato ma è stato tutto inutile»

L’allarme dell’associazione Bon’t worry: «Bisogna agire prima che sia troppo tardi»

Commessa minacciata insieme alla figlia dallo stalker, la donna: «L’ho denunciato ma è stato tutto inutile»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 19 Dicembre 2023, 00:05

Per settimane e poi mesi è stata seguita: sul posto di lavoro, sotto casa, quando era al parco con la figlioletta più piccola. In un’occasione l’uomo, vedendo la bambina, le disse: «sta crescendo proprio bene la piccola», e Caterina - il nome è di fantasia - ebbe un brivido di terrore. Non riusciva a liberarsi di quell’uomo, conosciuto per caso mentre era a lavoro in un grande centro commerciale della Capitale. Lui comparve così, un giorno di diversi mesi fa, alla cassa. Poi tornò il giorno dopo e il giorno dopo ancora, sempre con la scusa di fare la spesa per incontrarla. 

L’INCONTRO

Nacque fra i due un’amicizia ma nulla di più perché Caterina, pur essendoci uscita per un caffè, capì non molto tempo dopo che quell’uomo, di qualche anno più grande, non aveva una vita regolare ma che, al contrario, faceva uso di stupefacenti e alcol.

Per cui decise di troncare e in quel momento è iniziato il suo calvario: uno stalking continuo e reiterato con appostamenti al centro commerciale, a casa, per strada. L’uomo iniziò anche a pedinare gli amici della donna e alcuni di loro si sono poi ritrovati le ruote squarciate dell’automobile. Caterina allora decide di denunciare tutto ai primi di ottobre ma non ci sono “prove” sufficienti a carico dell’uomo. Lui però continua a cercarla e non si ferma neanche di fronte al blocco del suo numero sul telefono da parte della donna. Anzi, questo insieme ad altri rifiuti, lo fa diventare ancora più insistente. 

LA PAURA

Allora Caterina, mamma single di due belle bambine, il 27 ottobre scorso formalizza agli agenti del commissariato Aurelio una nuova querela spinta da uno dei centri antiviolenza della Capitale. Qui riceve oltre all’assistenza il contatto dell’associazione “Bon’t worry” che la guiderà nelle fasi seguenti alla denuncia, ravvisando la pericolosità che la donna corre. Nel corso della denuncia al commissariato Aurelio, gli agenti rivolgono alla donna delle domande: «Oltre a disturbarla e perseguirla, l’ha mai minacciata di morte esplicitamente?», Caterina risponde: «No, mi riferiva che gli avevo rovinato la vita e che mi avrebbe lasciato in pace solo dopo averlo incontrato un’ultima volta». Gli agenti proseguono: «Lei è a conoscenza che l’uomo sia in possesso di armi?» e la donna: «No, non ne sono a conoscenza». E ancora: «Le sue figlie sono state mai presenti durante questi episodi molesti?».

E Caterina ricorda l’episodio del parco e aggiunge anche che l’uomo un giorno si è presentato a casa volendo portare delle caramelle alle figlie, ma che la donna non l’ha lasciato entrare e che la figlia più grande le disse: «Ma che questo che vuole? Perché viene a strillare per le scale?». A verbale Caterina mette anche: «Questa situazione ha scaturito in me, un perdurante stato d’ansia e paura, al punto da cambiare le mie abitudini di vita». Secondo la presidente di “Bon’t worry”, Bo Guerreschi, la donna è molto provata da quanto accaduto e dopo la denuncia «nonostante l’impegno e la vicinanza mostrata dalla polizia in Procura non è stato adottato ancora nessun provvedimento nonostante le leggi ci siano e siano anche chiare, l’uomo continua a molestarla, a seguirla è una donna a rischio ma sembra non bastare questo a fermare l’uomo, cos’altro serve prima che sia tardi?».
 

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