Roma, Atac, sciopero bianco: metro a rilento. Marino: «Disservizi intollerabili»

Roma, Atac, sciopero bianco: metro a rilento. Marino: «Disservizi intollerabili»
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Martedì 7 Luglio 2015, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 09:02

Continuano i disagi sulle linee A e B della metro e sulla Roma-lido. A cinque giorni dalla nota dell'Atac che riferiva dei primi rallentamenti, riconducendoli all'introduzione dei badge per tutti i dipendenti e alla successiva «improvvisa indisponibilità di convogli o di personale di condotta», è ancora caos nel tpl romano.

Tra i lavoratori serpeggia forte il malcontento per il piano aziendale di aumentare le ore lavorative da oltre 700 a 950 annuali di lavoro per i macchinisti entro il 1 agosto. E c'è chi già parla di uno «sciopero bianco».

Così mentre i viaggiatori si sfogano su Twitter (c'è chi scrive «38 minuti di attesa su metro B. Solo vergogna per Roma» e chi «oggi ho atteso metro B 30 minuti per sciopero bianco»), Atac si giustifica 'cinguettandò: «Circola un numero di treni inferiore al programmato».

Il Codici parla di una «mattinata da incubo, l'ennesima da quando i macchinisti Atac delle linee A e B hanno deciso di boicottare l'introduzione del badge. I motivi della protesta o sciopero bianco sono vari» ma, secondo l'associazione dei consumatori, «le uniche vittime di questo atteggiamento incivile sono gli utenti già vessati tutto l'anno da un servizio pubblico insufficiente». Interviene anche la Cgil territoriale, per voce del segretario generale Claudio Di Berardino: «Se la notizia di uno sciopero bianco messo in atto dai macchinisti della Metro A e B, comportando ritardi dei treni e quindi disservizi per i passeggeri-utenti, è confermata, riteniamo che questo sia un atteggiamento sbagliato».

Il M5S di Roma, da parte sua, pubblica una lettera di «inviata da alcuni macchinisti della Roma-Lido» secondo cui «l'attuale situazione del trasporto pubblico locale non è frutto di 'scioperi bianchì o proteste» ma della riorganizzazione del servizio da parte dell'Atac e del «pessimo stato dei treni in servizio sulla nostra ferrovia» (ieri era stato lo stesso sindaco Ignazio Marino a dire senza giri di parole che «la Roma-Lido così com'è fa schifo»).

Secondo quanto riferito da Micaela Quintavalle, l'autista 'pasionarià ora leader del sindacato CambiaMenti, alcuni utenti sarebbero arrivati ad aggredire un macchinista sessantenne della Roma-Lido «perchè la frequenza dei treni si era allungata a 35-40 minuti». «Oggi - racconta - c'è stato un sit-in di lavoratori Atac contro le politiche aziendali che adesso stanno attaccando i macchinisti - aumentando il numero di ore lavorative e togliendo soldi in busta paga - ma che a breve colpiranno tutto il resto dei dipendenti. Non c'è uno sciopero bianco, semplicemente i macchinisti si attengono alle regole e se un treno non è sicuro non lo fanno partire: noi abbiamo treni del 1931....Visto che continuano a calpestare i diritti dei lavoratori, questi non vogliono più prendersi responsabilità che non competono loro».

L'Atac, che sottolinea come i macchinisti siano «una risorsa strategica» dell'azienda dalla scorsa settimana sta monitorando la situazione e conducendo una trattativa serrata con i sindacati sulla riorganizzazione del lavoro e della produttività. L'obiettivo resta legare i salari alle effettive prestazioni.

«Oggi, ed è accaduto anche nelle giornate passate, c'è stato un servizio molto scadente sulle nostre metropolitane che ha danneggiato la vita delle romane, dei romani e dei tanti turisti che vengono nella nostra bella città ogni giorno. Io temo che si tratti di comportamenti individuali di singoli macchinisti, che danneggiano con il loro comportamento l'immagine dell'azienda e la vita delle persone». Così il sindaco di Roma Ignazio Marino commenta, in un video su Facebook, i rallentamenti di oggi delle metropolitane della Capitale. «Questo - spiega -, probabilmente, accade perchè ho preteso che da poche settimane i macchinisti della metropolitana timbrino il cartellino in entrata e in uscita, così come fanno tutte le persone che nella nostra città vanno a lavoro la mattina e tornano a casa la sera».

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