Museo Etrusco, la pedana antisismica per salvare il Sarcofago dai tram

Museo Etrusco, la pedana antisismica per salvare il Sarcofago dai tram
di Laura Larcan
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Martedì 15 Febbraio 2022, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 14:37

Tanto importante quanto fragile, tanto sublime quanto delicato e sofferente. Molto sofferente. E per il Sarcofago degli Sposi, capolavoro di 2500 anni, opera icona del Museo Etrusco di Villa Giulia che lo custodisce da quasi 150 anni dalla scoperta, arriva una speciale cura. Dopo i Bronzi di Riace, si corre a salvare anche gli amanti di Cerveteri, con un sistema altamente tecnologico anti-sismico. Di fatto, i dolori dei principi etruschi arrivano tutti i giorni dalle fitte vibrazioni trasmesse dal tram e dai treni. E la percezione è immediata, basta sostare nella sala che li accoglie da decenni. Lo racconta di direttore del museo Valentino Nizzo che ha messo in campo una équipe tecnica che vede la sinergia di più enti per realizzare un progetto di salvaguardia altamente tecnologico: si tratta nel dettaglio di un supporto antisismico speciale, al centro di una sperimentazione con l'Università della Sapienza, Roma Tre e l'Enea grazie ai fondi ottenuti con il bando della Regione Lazio (Lazio innova).

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RISCHI E DANNI
Perché soffrono gli amanti di Cerveteri? «L'opera è sottoposta continuamente a vibrazioni dal passaggio di tram lungo viale delle Belle Arti e dalla ferrovia di Roma Viterbo, una concatenazione di fattori che ci fa molto preoccupare, e che vogliamo risolvere ora grazie al progetto dal nome evocativo di Monalisa che, in fondo, richiama lo splendido sorriso arcaico degli sposi - racconta Valentino Nizzo - L'operazione consentirà con l'ausilio di nuove e avanzate tecnologie di avere una pedana completamente antisismica che isola il corpo in terracotta fragile del sarcofago dal terreno circostante, in modo che non subisca più lo scorrere del tempo nella forma delle vibrazioni prodotte dalla strada».
Il sorriso millenario degli amanti di Cerveteri, più enigmatico della Monna Lisa di Leonardo ma altrettanto iconico, è un'immagine che nel giorno di San Valentino diventa quasi un manifesto. Eppure i rischi di salite si misurano nei piccoli frammenti di polveri che costantemente di distaccano. «Il Sarcofago degli Sposi è una delle opere più fragili perché costituita da elementi d'argilla ricomposto insieme - spiega Miriam Lamonaca responsabile restauratore del museo - Le vibrazioni nel tempo hanno creato micro-fessurazioni diffuse, soprattutto nella parte più bassa del sarcofago, perché hanno superato la soglia di resistenza dei materiali, innescando degli choc interni. Ci preoccupa anche vedere spesso i reperti muoversi all'interno delle vetrine, con il rischio di cadute e danni irreversibili».
Come spiega Luigi Sorrentino della Sapienza, «Il progetto di salvaguardia sembra ricalcare la sperimentazione dei Bronzi di Riace con un sistema altamente tecnologico».

Tecnicamente si articola in quattro dispositivi antisismici alla base dell'opera funzionali alla realizzazione del modello di una pedana vibrante per contenere le oscillazioni. Tutto questo va di pari passo con l'avvio di un importante progetto di restauro e studio realizzato con l'Istituto centrale per il restauro per acquisire nuovi dati sull'Opera: «Recuperare dove possibile le tracce di colore originario, perché dobbiamo immaginare gli Sposi completamente dipinti - annuncia Nizzo - e rispondere alle domande che da tempo ruotano intorno al sarcofago, ossia dirmi se all'interno fosse stato inumato, sepolto, qualcuno».

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