Roma: litiga con i genitori, si chiude in bagno e si spara alla testa con la pistola del papà: 16enne in fin di vita

Tragedia a Tor de’ Cenci, i primi a soccorrere lo studente la madre e il fratello. Il ragazzo è in coma al San Camillo

Roma, litiga con i genitori e si spara alla testa con la pistola del padre in bagno: 16enne in fin di vita
di Luisa Urbani
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 17:07

Si è chiuso in bagno e si è sparato un colpo alla testa. Forse un rimprovero, una discussione con i genitori che l'ha scosso al punto tale da decidere di farla finita. Potrebbe essere questo il motivo del gesto di uno studente di 16 anni di Tor de' Cenci, zona sud di Roma, che martedì pomeriggio ha tentato di suicidarsi, mentre in casa con lui c'erano i familiari. Sono stati proprio loro a soccorrerlo non appena hanno sentito lo sparo.

IL DOLORE

Tutto è cominciato nel tardo pomeriggio. La famiglia era in casa. A un certo punto è scattato qualcosa. Sarebbero cominciati i litigi tra il ragazzo e la madre. Poi, senza che nessuno si accorgesse di nulla, lo studente avrebbe preso la pistola del padre, regolarmente detenuta e si sarebbe diretto in bagno, chiudendosi a chiave. È stato allora che il fragore del colpo di pistola ha interrotto improvvisamente il silenzio. Sarebbero stati la madre e il fratello a intervenire per primi. L'hanno trovato a terra, riverso in una pozza di sangue. Immediato l'arrivo dei soccorsi che hanno portato, d'urgenza, il giovane all'ospedale San Camillo dove al momento è ricoverato nel reparto di terapia intensiva. È in coma, in condizioni disperate.
E proprio in ospedale i medici avrebbero tentato il tutto per tutto per salvarlo, operandolo d'urgenza per alcune ore, prima di trasferirlo nel reparto di terapia intensiva in condizioni definite disperate.
«Siamo tutti sconvolti.

Lotta tra la vita e la morte. Non riesco ad aggiungere altro», dice con gli occhi lucidi e la voce tremolante lo zio di secondo grado del ragazzo, che si trova in ospedale insieme agli altri parenti. Comprensibilmente provati i genitori del giovane. Chiusi nel loro dolore, non vogliono parlare. Un gesto che nessuno ancora riesce a spiegarsi.

 

LE INDAGINI

Una tragedia sulla quale indaga la polizia, che dovrà comprendere cosa abbia spinto il sedicenne a un atto così estremo. Verranno infatti analizzati cellulare, computer del ragazzo e altri dispositivi informatici per provare a ricostruire la sua rete di relazioni. Nessuna ipotesi è esclusa al momento, nemmeno quella di una delusione, o di qualche problema che il giovane potrebbe non aver affrontato in famiglia. Come anche sarà probabile che, oltre ai parenti, verranno sentiti amici e compagni di scuola. Il ragazzo, stando alle prime indiscrezioni, sembra che non abbia mai dato segni di particolare malessere. «Una famiglia normale», dicono fonti investigative.

LA PISTOLA

Bisognerà, poi, capire come lo studente si sia impossessato della pistola con cui si è sparato. Dai primi riscontri è emerso che l'arma è regolarmente detenuta dal padre, che lavora come guardia giurata in un'azienda di vigilanza privata della Capitale.
Gli agenti del commissariato di Spinaceto dovranno chiarire se l'arma sia stata lasciata incustodita all'interno dell'appartamento o meno. Per la detenzione delle armi da fuoco c'è un preciso disciplinare per la custodia.
Aspetto sul quale sono in corso ulteriori accertamenti e per il quale il padre del sedicenne rischia di essere denunciato per omessa custodia, secondo quando previsto dall' articolo 20 bis della legge 110/75 che sanziona e punisce chi, pur detenendo legalmente un'arma, ometta di custodirla "diligentemente". Non si può escludere dunque che ci sia anche il rischio dell'accusa di omicidio colposo. Tutto ovviamente sarà da verificare.

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I PRECEDENTI

Un caso, purtroppo, non isolato. Una vicenda simile, con un epilogo ancora più tragico è accaduta, sempre nella Capitale, solo due mesi fa. Quartiere Centocelle, zona est di Roma, un ragazzino di soli 12 anni si suicida buttandosi giù dalla terrazza di casa. Un appartamento al quarto piano di piazza dei Mirti. A spingerlo a un gesto così estremo una lite con i genitori, un semplice rimprovero del padre per i compiti.
Dalla strada alcuni testimoni l'hanno visto lanciarsi nel vuoto, un urlo poi il tonfo. Ad assistere alla terribile scesa anche alcuni suoi coetanei. Inutile, in questo caso, l'intervento dei soccorritori: il dodicenne morirà poco dopo l'arrivo al Policlinico Casilino.
E prima di lui, a lanciarsi dalla finestra è stata una ragazza di 16 anni. Anche lei aveva litigato con i genitori. E così aveva deciso di lanciarsi dalla finestra della sua camera. Trasportata d'urgenza in ospedale, fortunatamente, è stata salvata.
 

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