Costretti a pagare rata di 14 anni fa, l'incubo degli inquilini Ater di via Guido Reni

Debito che Ater ha maturato negli anni per l'Ici non pagata (solo di 556 milioni di euro nel 2016)

Costretto a pagare rata di 14 anni fa, l'incubo degli inquilini Ater del Villaggio Olimpico
di Raffaele Lucio Marra
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Domenica 13 Novembre 2022, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 19:14

Salvate il soldato Ryan. Eppure non siamo in guerra ma ancora una volta sotto attacco ci sono gli inquilini dell’Azienda territoriale per l'edilizia residenziale del comune romano (Ater) in primis quelli del Villaggio Olimpico, di via Guido Reni 22, di Torre Spaccata, di piazza Pirin Del Vaga, piazza Melozzo da Forlì.

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Parliamo proprio dell’azienda fresca di commissariamento da parte del presidente della Regione Zingaretti, rea a suo avviso di non aver portato a termine nelle tempistiche necessarie e richieste tutte le operazioni di valorizzazione e dismissione patrimoniale, finalizzate a rientrare del debito che Ater ha maturato negli anni per l'Ici non pagata (solo di 556 milioni di euro nel 2016).

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Eppure l’azienda ha pensato bene di scatenare dalla scorsa estate “il caos” tra gli inquilini e gli ex inquilini con il caso scoppiato a marzo di quest’anno quando l'azienda in 7 mesi inviò 17mila raccomandate chiedendo arretrati scaduti da decenni a ex inquilini deceduti di spese o affitti ma senza specificare altro, senza sapere che in base al codice civile (articolo 2948), i debiti condominiali ordinari (relativi quindi a servizi di pulizia e normale manutenzione delle aree comuni) si considerano prescritti dopo 5 anni.

Ma a parte questo, cosa molto rilevante, si chiedono i cittadini si può continuare a chiedere dei ratei non pagati del 2008 quando l’inquilino non ha più contezza dei bollettini o delle transazioni fatte?. E’ quello che è successo questa estate ad uno degli inquilini di via Guido Reni 22, che si è visto obbligato a ripagare una vecchia rata di più di 14 anni fa con la motivazione che era insoluta, pena la negazione del rilascio dell’attestazione della liberatoria per la vendita dell’immobile. Fatto sta che il condomino per poter vendere oltre a pagare il diritto di prelazione (tra i 20 e i 30mila euro) ha dovuto ripagare il rateo che a dire dell’Azienda non risultava pagato.

E arriviamo ai giorni nostri quando le cose sono degenerate fino al commissariamento dell’Azienda, attirandosi l’ira e la rabbia oltre degli inquilini anche dell’opposizione in Consiglio regionale, nello specifico quello di Fratelli d’Italia espresso dal suo capogruppo Fabrizio Ghera: «Richiediamo un intervento chiarificatore della raffica di raccomandate con richieste di pagamento nel termine di 60 giorni - scrive in una nota - tra i quali vi sono anche proprietari da lunga data. Ho presentato una interrogazione al presidente Zingaretti e all’assessore alle Politiche Abitative per sollecitare un loro intervento che verifichi le modalità della procedura di Ater e per accertare se si fossero verificati errori nella gestione dell’archivio contabile. Faccio notare che le intimazioni inviate sono prive delle puntuali indicazioni idonee a fondare l’asserita pretesa economica. Il carattere perentorio ed alquanto discutibile delle diffide, l’intimazione a pagare le somme dovute pena il recupero forzoso delle stesse e la risoluzione del contratto, stanno generando preoccupazione e malumori soprattutto tra i proprietari che nessun pagamento devono all’Ater e che vanno rassicurati al più presto».

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