Una festa in musica per celebrare il Belli

Sparagna
di Marco Molendini
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Domenica 13 Ottobre 2013, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 13:21
Pi romana di cos l'Ottobrata dell'Auditorium, appuntamento ormai classico dell'autunno, arrivato alla settima edizione, non poteva essere: per celebrare il centocinquantesimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Gioacchino Belli, il gran poeta della romanità, Ambrogio Sparagna e l'Orchestra popolare italiana faranno da cornice ai sonetti del grande poeta letti dall'attore Massimo Popolizio e faranno eco a quei versi eseguendo degli strambotti, i brevi componimenti di contenuto in prevalenza amoroso, tratti dalle raccolte ottocentesche dei canti popolari romani: «Sarà quasi una controrisposta al linguaggio forte del poeta» commenta Sparagna che ci tiene a segnalare la forza del progetto anche come sottolineatura del peso del dialetto romano «a lungo e tutt'ora considerato con sufficienza».

Ma quest'edizione della festa d'ottobre ha dedicato la sua attenzione anche a un elemento particolare, plebeo e centrale della romanità, un ortaggio tipico della cucina tradizionale e presente anche nella letteratura popolare della città: la zucca o più esplicitamente come si dice a Roma, la cocozza. Frutto rotondo, spesso irregolare, oggetto di tante simbologie, rime e giochi di parole, ma anche preziosa risorsa per realizzare strumenti musicali ampiamente utilizzati nei canti e nelle orchestre della tradizione. Così, nel corso della giornata, che avrà inizio alle 11 (proprio con una sorta di festa intitolata “Il ballo della cocozza” nei giardini dell'Auditorium) si potranno assaggiare piatti a base di zucca (dalle 13), si ascolteranno suoni e canzoni che hanno al loro centro l'ortaggio, con i musicisti impegnati faranno ampio ricorso a strumenti che nascono dal suo prezioso guscio: «Alle 12 ci sarà anche una dimostrazione pubblica intitolata Il suono della zucca – racconta Sparagna – durante la quale il pubblico potrà anche prendere lezioni per imparare a suonare questi strumenti».

Nel corso dell'appuntamento centrale, quello appunto con l'Opi e Popolizio che scenderanno in pista a partire dalle 18, verranno recitati una trentina dei più celebri sonetti del Belli: «Li abbiamo scelti con devozione fra gli oltre duemila del poeta – spiega Sparagna -. L'orchestra farà solo piccoli commenti strumentali, sottolineando alcuni elementi tipici della poetica belliana come l'amore carnale o la corruzione del potere, un ritratto della romanità che soltanto Fellini è riuscito poi a raccontare con altrettanta energia». Per il materiale musicale l'attenzione si è centrata su quella enorme riserva che è il canzoniere indicato da Giggi Zanazzo, poeta e antropologo, primo depositario dell'idea di romanità letteraria. Gli strambotti saranno interpretati da voci soliste, con un sestetto vocale (il Sestetto vocale di Orvieto) e un grande coro popolare diretto da Anna Rita Colaianni, mentre Sparagna dirigerà l'orchestra (che sfodera un'ampia gamma di strumenti arcaici come zampogne, ciaramelle, flauti di canna e di corteccia, tamburelli) senza dimenticare di usare il suo incandescente organetto.

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