Roma, l'anno nero dell'Ama: ogni giorno 1.100 assenti Ed è boom di malattie

Roma, l'anno nero dell'Ama: ogni giorno 1.100 assenti Ed è boom di malattie
di Giuseppe Gioffreda
3 Minuti di Lettura
Sabato 22 Aprile 2017, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 09:52

Ogni giorno 1.100 dipendenti dell'Ama che si occupano a vario titolo della pulizia della città non lavorano. Vale a dire che 1 su 6 tra i quasi 7mila netturbini, autisti dei mezzi pesanti, operai, capi intermedi operativi e addetti ai cimiteri capitolini, resta a casa. Quasi la metà - ossia 481 al dì - non sono operativi perché malati. La restante parte è in ferie, in infortunio, in maternità o gode di un qualche permesso. Il report sulle assenze degli operatori dell'Ama nel 2016 sposta le lancette dell'orologio indietro di quasi tre anni: a quando, era l'inizio del 2014, l'allora presidente dell'azienda di via Calderon de la Barca, Daniele Fortini, lanciò l'allarme: tra i problemi dell'Ama - azienda al centro di mille tensioni tra decoro urbano e smaltimento dei rifiuti - ci sarebbe, disse, anche quello dell'assenteismo. Oggi ci sono gli impianti di trattamento di Malagrotta che non funzionano ancora a pieno regime e sono stati commissariati. E la raccolta ne risente.

In più dopo la parentesi felice del 2015 in cui le assenze dal servizio degli operatori erano diminuite, nel 2016 è stato fatto un passo indietro: meno operatori disponibili ci sono, più il servizio va in sofferenza. L'anno scorso il tasso medio di assenteismo è stato pari al 15,8%: il 7,6% in più del 2015. Le assenze per malattia sono state il 6,9%: in pratica c'è stato un incremento dell'8% di personale che non si è presentato al lavoro presentando invece certificato medico.

IL CONFRONTO
In quanto ad assenze i dipendenti dell'Ama si attestano giusto a metà tra quelli del Campidoglio (nel 2016 il tasso di assenza è stato del 23,7%, del 5,4% quello per malattia) e quelli dell'Atac (11,76% di tasso totale, 4,89% per malattia).

Il periodo più nero in Ama è stato registrato nell'ultimo trimestre 2016, ad amministrazione pentastellata già insediata da qualche mese: le assenze totali hanno toccato quota 16,8%, quelle per malattia il 7,85% (un punto percentuale in più di quelle per ferie e permessi messe insieme). Anche nello stesso periodo dell'anno precedente si erano toccate la maggiori punte di lavoratori mediamente non presenti in servizio, ma le percentuali erano state comunque più basse: rispettivamente del 15,35% e del 7,11%. Anche il 2017 si presenta sulla falsariga dell'anno precedente, non lasciando presagire un'inversione di tendenza: da gennaio a marzo le assenze si sono assestate sul 14,9% (14,88 la percentuale registrata nello stesso trimestre del 2016), mentre le malattie hanno pesato per il 7,27% (7,33% nei primi tre mesi del 2016).

LA TENDENZA
Quanto accadrà nel prossimo futuro dipenderà anche da come i singoli dipendenti digeriranno le novità introdotte dal contratto collettivo del settore dell'igiene ambientale: prevede un aumento circa 25 euro lordi e in cambio chiede ai lavoratori delle aziende dei rifiuti di lavorare due ore in più alla settimana. All'interno dell'azienda c'è un'ala estrema che contesta tout court le due ore in più di lavoro: i sindacati di base stanno applicando alla lettera il contratto in una sorta di sciopero bianco che starebbe già causando effetti sulla pulizia delle strade. Per un'azienda il cui servizio si estende su una superficie complessiva di circa 1.200 km quadrati interessando 3.370 km di strade da cui si raccolgono annualmente circa 1 milione 700 mila tonnellate di rifiuti, ulteriori defezioni potrebbero essere letali.