Roma, lo operano per un tumore e muore: indagati due medici

Roma, lo operano per un tumore e muore: indagati due medici
di Ilario Filippone
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Giovedì 28 Aprile 2016, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 08:30

Al policlinico Umberto I si era ricoverato per farsi asportare un tumore. L'intervento chirurgico, secondo i sanitari, si era concluso benone: «È andato tutto per il meglio, non vi sono anomalie», era stato il verdetto rassicurante dei medici. Nella fase post operatoria, però, il paziente spagnolo Candido Nunez Lamas è morto in circostanze sospette. Il suo cuore ha cessato di battere la mattina dello scorso 24 aprile. Ora, la procura vuole vederci chiaro: due medici del policlinico Umberto I sono indagati per omicidio colposo sulla scorta di una denuncia presentata dalla figlia dell'uomo.

UNA PROCEDURA INSOLITA
Ad insospettire gli inquirenti, un particolare curioso messo a fuoco dalla donna: dopo il decesso del padre, lei e lo zio si erano recati col parroco all'obitorio, per benedire la salma, ma non hanno trovato il cadavere. «Ci spiace, il corpo non è disponibile, è stato sottoposto ad esame autoptico», ha spiegato un addetto. Gli investigatori parlano di procedura davvero insolita: l'esame è stato eseguito all'insaputa dei familiari. «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione, i sanitari hanno proceduto di loro iniziativa, tenendoci all'oscuro», ha svelato la donna ai militari dell'Arma.
 
L'inchiesta è ancora alle battute iniziali. Stando a una prima ricostruzione, il calvario del paziente Nunez Lamaz inizia il 3 marzo 2016, quando gli viene diagnosticata la frattura di sette costole. In ospedale ci resta una settimana, poi torna a casa, ma qualcosa non va come previsto: dalle analisi salta fuori una massa tumorale. L'uomo si ricovera al policlinico Umberto I, dove finisce nuovamente sotto i ferri. È il 21 aprile, una settimana fa: una volta fuori dalla sala operatoria, i medici rassicurano i familiari sulla buona riuscita dell'intervento. Sembra tutto finito, invece no. Due giorni dopo, la figlia del 65enne lamenta il blocco del flusso urinario. La donna chiama gli infermieri, ottenendo ampie garanzie: «Mi hanno ribadito – ha spiegato agli investigatori - che avrebbero proceduto ad effettuare le medicazioni del caso». Il paziente è spirato la mattina del 24 aprile. Per stabilire le reali cause del decesso, il pm ha disposto l'autopsia. Il cadavere dello spagnolo verrà esaminato nuovamente da un'equipe di periti nominati dal magistrato. Gli accertamenti si concentrano anche sul decorso operatorio. Soprattutto alla luce della denuncia, secondo cui il corpo senza vita dell'uomo è stato aperto ed esaminato senza avvisare i familiari.
 
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