Roma, retromarcia della giunta Raggi sugli uffici aperti nel weekend: naufraga il progetto di Marino

Roma, retromarcia della giunta Raggi sugli uffici aperti nel weekend: naufraga il progetto di Marino
di Fabio Rossi
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Domenica 22 Gennaio 2017, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 18:53

L'idea era di quelle rivoluzionarie, almeno per il Comune di Roma: dal lunedì al venerdì sportelli aperti, all'Anagrafe centrale come nei Municipi, dalle 8,30 alle 19. Per poi passare alla fase due, che prevedeva gradualmente di arrivare al ritiro dei certificati anche il sabato mattina. E la novità era stata tradotta nella delibera del 1° agosto 2014 - il cosiddetto atto unilaterale della giunta di Ignazio Marino - che aveva avviato la prima fase della riforma del salario accessorio dei 23 mila dipendenti del Campidoglio, dopo che gli ispettori del ministero dell'Economia avevano bocciato il sistema delle erogazioni dei bonus a pioggia, indipendentemente dai risultati ottenuti e dagli incrementi della produttività.

I PASSI INDIETRO
E invece la nuova amministrazione di Palazzo Senatorio ha innestato la retromarcia. Altro che sabati lavorativi: adesso, con la nuova determinazione dirigenziale emanata dal dipartimento capitolino del Personale, il fine settimana torna a iniziare alle 14 del venerdì. Cancellando anche l'apertura pomeridiana dell'ultimo giorno feriale e allungando, di fatto, il weekend. I primi a farne le spese sono stati i tanti romani che venerdì scorso sono andati alla Casa comunale di via Petroselli, di pomeriggio, per ritirare notifiche di atti di vario genere: sono partiti con l'idea di trovare gli uffici aperti, visti anche gli orari riportati sul web, ma hanno trovato un'amara sorpresa ad attenderli. «Lo trovo un passo indietro nei confronti della città e degli stessi dipendenti - commenta Fabrizio Panecaldo, nella passata consiliatura coordinatore della maggioranza di centrosinistra e capogruppo Pd - perché l'idea della settimana corta, per quanto affascinante perché va verso un modello di società in cui in teoria tutti dovrebbero lavorare meno, in una realtà coma Roma crea grossi danni agli stessi cittadini e soprattutto va in una direzione molto confusa rispetto all'idea di un salario accessorio fondato sul merito e sulla partecipazione». Secondo Panecaldo, «sembra più un calcio agli stinchi di questa amministrazione al Governo, che in questo momento non è in una situazione adatta per intervenire, per il quale i cittadini e gli stessi lavoratori pagheranno dazio fra qualche mese o fra qualche anno».

LE APERTURE
Gli orari previsti dalla delibera della giunta Marino prevedevano oltre 10 ore di servizio ininterrotto: dal lunedì al venerdì in tutti i Municipi si sarebbero potuti richiedere cambi di residenza, documenti d'identità, ma anche passaggi di proprietà dei veicoli e autorizzazioni commerciali, dalle 8.30 fino alle 19. L'Anagrafe centrale, per andare incontro alle difficoltà di organico dei Municipi, avrebbe dirottato decine di impiegati negli uffici dei vari quartieri, potenziati di circa il 15 per cento grazie ai nuovi addetti. Ma l'idea si sta smontando pezzo dopo pezzo: nessuna apertura nel weekend, chiusura alle 18,30 nel pomeriggio e, adesso, anticipata alle 14 il venerdì. Viste le premesse della nuova trattativa tra Campidoglio e sindacati di categoria, le sorprese potrebbero non essere finite qui.